Senigallia

Dpcm, la ristorazione tra i settori più penalizzati secondo la Confartigianato di Senigallia

Il responsabile Giacomo Cicconi Massi critica l'atto governativo «poco chiaro e troppo penalizzante» per bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e punta il dito verso i trasporti pubblici

bar, tavoli, pub, locali, caffè
Foto di Margarita Kochneva da Pixabay

SENIGALLIA – Profondamente critica verso il nuovo dpcm firmato da Conte il 18 ottobre scorso è la Confartigianato di Senigallia. Il responsabile Giacomo Cicconi Massi illustra alcuni dei nodi, che penalizzano in particolar modo il settore della ristorazione, dell’atto governativo nato con lo scopo di risolvere una situazione problematica legata al contagio da covid-19. 

Il dpcm, in vigore fino al 13 novembre prossimo, è considerato dalla Confartigianato di Senigallia «poco chiaro e troppo penalizzante», soprattutto per il settore della ristorazione: bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ecc.., «Tutte le imprese di questo settore – spiega Giacomo Cicconi Massi, segretario locale – sono preoccupate».

Queste attività sono infatti consentite dalle ore 5 fino alle ore 24 con il consumo al tavolo, con un massimo di sei persone per tavolo; fino alle ore 18 in assenza di consumo al tavolo. La ristorazione con asporto resta consentita fino alle ore 24 (riapertura alle ore 5) e per tutti c’è l’obbligo di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente all’interno. Restano aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade.

Giacomo Cicconi Massi
Giacomo Cicconi Massi

Tutto il resto rimane invariato, continua Cicconi Massi, segretario Confartigianato di Senigallia: consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto; aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il distanziamento interpersonale di almeno un metro; consentite le attività di mense e catering continuativo su base contrattuale, con garanzia della distanza interpersonale di almeno un metro; obbligo di distanza di almeno un metro tra tavoli vicini e tra i commensali non conviventi seduti allo stesso tavolo.

«È sbagliato – conclude il segretario della Confartigianato di Senigallia che punta il dito contro il governo ma soprattutto verso i trasporti pubblici, possibili vettori di contagio – confondere la politica economica con la situazione sanitaria. Serve una concertazione a tutti i livelli per evitare che il problema sanitario diventi economico e soprattutto bisogna fare attenzione a non creare allarmismi estremamente dannosi. Le nostre imprese rispettano già tutti i protocolli, da sempre. Con buona probabilità serve una strategia complessiva, una migliore organizzazione dei trasporti pubblici sensibilizzando i cittadini in maniera costruttiva».