SENIGALLIA- Nati due comitati in difesa dell’Ospedale di Senigallia. Lunedì si è tenuta la commissione sulla Sanità, alla presenza dei vertici dell’Asur, ma anche di tantissimi cittadini preoccupati per le sorti dell’ospedale. Per combattere lo smantellamento, sono stati formati in poche ore due comitati pronti a collaborare tra loro. A preoccupare i senigalliesi è la paventata soppressione dell’Utic, ma anche il futuro del reparto di otorinolaringoiatria e quello di oculistica.
Il punto di vista del Comitato in difesa dell’Ospedale
«Un unico Ospedale diviso in “4 plessi”, “una testa e 4 arti”: gli ‘arti’ sono Senigallia, Jesi, Fabriano e Osimo, la “testa” Ancona, ove vengono adottate tutte le decisioni. Divisi tra le 4 “sezioni” anche prestazioni e servizi, che prima ricadevano in un unico plesso ospedaliero e che oggi, invece vengono ripartite tra le 4 città: Senigallia, Jesi, Fabriano, Osimo. Di fatto l’Ospedale di Senigallia è stato depotenziato e declassato e l’Ospedale di Senigallia, con i suoi servizi e le prestazioni non sarà più quello di prima. Chi dovrà fruire dei servizi ospedalieri, dovrà percorrere le strade che uniscono il ‘quadrilatero‘ della nuova Sanità territoriale (Senigallia, Jesi, Fabriano ed Osimo), al cui interno la nostra città e la Valle del Misa e del Nevola peseranno solo un quarto e avrà un quarto dei servizi e prestazioni ospedaliere. Il Dr. Marini (Direttore Generale Asur) e il Sindaco Mangialardi (presidente conferenza dei sindaci Area Vasta 2) sono stati chiari ed hanno confermato i dubbi e le denunce, che in questi anni serpeggiavano tra popolazione, forze politiche e sociali, associazioni e tra gli stessi operatori sanitari.
La decisione di declassare e ridimensionare l’Ospedale parte da lontano e non dalle ultime 2 Determine dell’Asur oggetto di discussione ieri a Senigallia in Commissione consiliare, di cui sindaco e direttore Asur hanno annunciato la sospensione degli effetti. A tal proposito, chiediamo di vedere gli atti amministrativi regionali o di Asur, con cui tali “effetti” sono stati sospesi giuridicamente, per vedere se realmente sono stati sospesi. Tutto ciò è scritto nei ‘Piani sanitari regionali’ degli ultimi 20 anni, atti amministrativi approvati dalla Regione con il “consenso” o la “complicità” politica di alcune Amministrazioni comunali, che hanno accettato supinamente le decisioni. Gli unici però a pagare sono sempre i cittadini e gli operatori sanitari.
La Regione ha deciso le sorti della sanità del territorio non tenendo conto delle diverse e singole esigenze dei comprensori o aree regionali, e non considerando la particolare morfologia territoriale e la difficoltà di comunicazione viaria, di cui “soffrono” le Marche. Tra l’altro, ogni Regione italiana ha disegnato il proprio “quadro organizzativo e gestionale” sanitario. La Regione Marche ha costruito in questi ultimi 2 decenni il suo “organigramma di servizi e di strutture sanitarie” ed una “Sanità”, in cui ha vinto il comprensorio che politicamente ha “contato” di più: molte Amministrazioni comunali non hanno ‘pressato’ la Regione a tal punto da modificarne – anche in parte – i contenuti, ovvero non hanno difeso con forza i loro territori. Quando ero Sindaco di Ostra Vetere, e quindi anche componente dell’allora conferenza dei sindaci della “zona territoriale” n. 4 ho difeso in tutte le sedi istituzionali opportune, anche pubblicamente con iniziative e manifestazioni, i servizi e le strutture della mia cittadina: la RSA fino a quando sono stato Sindaco la Rsa è rimasta al suo posto. Oggi, la sanità non è più un “valore”, non è più un “bene pubblico” prezioso, ma solo un’operazione politica e di economia aziendale e Senigallia ha pagato il prezzo più alto rispetto agli altri territori.
A Senigallia è stata eseguita un’operazione di “depotenziamento” annunciato da tempo, scritto nei piani sanitari regionali, con responsabilità politiche precise. Oggi, le Marche sono l’unica Regione d’Italia a non avere un Assessore regionale alla sanità e ai servizi sociali. La delega è trattenuta dal Presidente Ceriscioli, che ha “delegato” di fatto la gestione e l’organizzazione di tutta la Sanità regionale al Presidente della Commissione consiliare Sanità del Consiglio regionale, Fabrizio Volpini. Nonostante la presenza del senigalliese Fabrizio Volpini e del sindaco di Senigallia presidente regionale Anci, Senigallia e la sua Valle del Misa e del Nevola sono state sacrificate. Non è, però, troppo tardi per lottare ancora e per ridare dignità al nostro comprensorio e alla nostra città. Per farlo, occorre unire tutte le energie possibili, andare al di là degli “steccati” che dividono, essere in grado di creare un ‘fronte unico’, anche con chi ha ruoli di governo- Non è troppo tardi per riacquistare il diritto alla salute e alla sanità del territorio. Per farlo, dobbiamo trovare, quindi, le ragioni che uniscono e non quelle che dividono. L’Associazione “Energie per Senigallia” e l’Unione Nazionale dei Consumatori (UNC) hanno promosso e costituito, qualche settimana fa, un “comitato a difesa del nostro ospedale e a difesa della salute del territorio”, che intende confrontarsi con i vertici istituzionali e aziendali della Sanità regionale per modificare e rimodulare le decisioni prese sui servizi e le strutture sanitarie del nostro territorio vallivo e del nostro Ospedale.
Il “Comitato a difesa dell’Ospedale”, l’Associazione “Energie per Senigallia” e l’Unione nazionale Consumatori, guidata dall’Avv. Corrado Canafoglia, hanno istituito un “gruppo di studio”, che seguirà le vicende legate all’Ospedale con proposte ed iniziative, che saranno comunicate nei prossimi giorni, per ridare una Sanità ai livelli di sempre per tutti e dignità agli operatori sanitari. Il Comitato è aperto a tutti i cittadini, ma anche a tutti quei gruppi, associazioni, partiti, che intendano – al di là di ogni appartenenza – condividere questa sacrosanta battaglia costituzionale di civiltà. Apriremo anche canali ufficiali di comunicazione (Facebook, etc) per informare ed aggiornare coloro che sono interessati a ridare dignità al diritto alla salute».
Il punto di vista del Comitato Cittadino a difesa dell’Ospedale di Senigallia
«Il 25 luglio, si è tenuta riunione tecnica del “Comitato Cittadino a Difesa dell’Ospedale di Senigallia”, finalizzata a registrare le reazioni dei sostenitori all’indomani della grande mobilitazione creata da questo comitato alla riunione della IV commissione Sanità ed anche a decidere le modalità organizzative del gruppo. Al centro della discussione il nostro obiettivo: garantire a Senigallia un servizio sanitario pubblico ed efficiente ad ogni cittadino e non permettere il continuo depauperamento dell’Ospedale di Senigallia, vera minaccia per la salute del territorio ed ovvio preambolo per una svolta sempre più privata della sanità marchigiana. Il centro della nostra azione non saranno certo le istituzioni (con cui certamente cercheremo confronto senza tuttavia risparmiare una severa critica ed una lotta seria) ma “tutti i cittadini e gli operatori sanitari”.
Il Comitato non ha un orientamento partitico ed è quindi aperto a tutti coloro che hanno a cuore una Sanità pubblica, giusta, sul territorio e vicino alla gente. Ieri si è deciso che potranno partecipare anche coloro che rivestono incarichi pubblici purché entrino nella discussione senza alcun preconcetto, senza alcuna volontà di strumentalizzare il Comitato ma solo se veramente intenzionati ad anteporre la tutela dell’ospedale e più in generale della salute pubblica a mire personali o di partito. Dopo la nascita del nostro Comitato è soprattutto dopo la grande mobilizzazione che abbiamo creato la sera della Commissione, stiamo registrando la nascita di altri comitati. Ci auguriamo che anche questi siano mossi da una sana passione per la difesa dell’ospedale e del diritto alla salute, senza alcun secondo fine ed auspichiamo anche con loro possibili battaglie comuni. Quello che caratterizza il nostro Comitato è il mettere al centro il cittadino come persona, titolare del diritto alla salute garantito dalla Costituzione, non certo come mero consumatore. Il nostro metodo è quello di affrontare le istituzioni che gestiscono la Sanità per contrastarle in questa deriva privatistica della Sanità che nel nostro territorio si traduce nello smantellamento dell’Ospedale. Vogliamo una sanità per tutti e vicino a tutti. Se condividi questa idea incontriamoci LUNEDI 31 LUGLIO, al Centro Sociale Saline alle ore 21.15 –sala polivalente(sopra la Coop)- per discutere e per organizzare la nostra azione».