SENIGALLIA – Non cessano le critiche sul progetto di edilizia sociale che dovrebbe nascere in via delle Mimose, a Senigallia. La realizzazione di oltre 20 alloggi destinati alla locazione tramite edilizia sovvenzionata con canone sociale, garage e locali al piano terra da adibire a strutture socio sanitarie e a servizio della persona continua a far storcere il naso a molti residenti. E anche a qualche amministratore comunale. Il motivo? Proprio il palazzone che crescerà nel popoloso quartiere Saline.
L’annuncio dell’imminente realizzazione era arrivato dal Comune di Senigallia, durante l’ultimo anno del secondo mandato elettorale di Maurizio Mangialardi. All’esultanza per l’approvazione dello studio di fattibilità da parte di Erap Marche, l’ente regionale per l’abitazione pubblica, che investirà risorse proprie ma che ha vinto anche un bando pubblico da 3 milioni di euro della Regione Marche per l’edilizia residenziale sociale, ha fatto seguito poi uno stuolo di critiche da parte dei residenti della zona, riuniti nel comitato “Salviamo gli alberi e la scuola di via delle Mimose”.
C’è chi non apprezza la scelta del popoloso quartiere per il progetto che prevede l’ennesimo edificio alto 22 metri; chi chiede che l’ex asilo rimanga al suo posto o, meglio, venga recuperato e rimesso in funzione (fu dismesso nel 2012, manco a dirlo, tra le polemiche). Infine, c’è chi si appella all’esigenza di verde pubblico.
Nessuna di queste perplessità però ha finora focalizzato sull’esigenza di rispondere a quella domanda abitativa che da sempre è un nodo critico per la città, e non solo per le giovani coppie costrette a guardare nell’immediato hinterland. Un dato su tutti: gli unici comuni della vallata che crescono in senso demografico sono Ostra e Trecastelli, prima “periferia” di Senigallia.
Ma a nutrire dubbi è anche la nuova amministrazione comunale di centrodestra che sta esaminando assieme all’Erap la questione per individuare i margini di manovra. «Nutro forti dubbi» ha dichiarato il sindaco Massimo Olivetti mentre si cerca di capire quale tipo di impegno abbia preso la precedente giunta. Al centro delle perplessità sia il consumo di suolo che la già alta densità di abitanti nel quartiere: tra le ipotesi alternative da vagliare ci sono sia lo “spostamento” in un’altra zona meno abitata come San Silvestro sia, addirittura, la rinuncia definitiva al progetto su cui però l’Erap si è già impegnato vincendo il finanziamento regionale. In questo senso dunque la strada sembra poco percorribile.