SENIGALLIA – C’è margine secondo l’amministrazione municipale per rivedere il progetto di edilizia sociale in via delle Mimose. Lo ha detto il sindaco Massimo Olivetti durante il consiglio comunale di lunedì 8 novembre, quando si è affrontata la discussione su iniziativa della consigliera Chantal Bomprezzi (Pd).
L’esponente dem ha infatti presentato un’interrogazione sull’intervento dell’Erap al posto dell’ex asilo in via delle Mimose, dismesso nel 2012. Un tema che vede, da un lato, l’annosa questione abitativa con la necessità di dare risposte urgenti alle persone senza una casa; dall’altro, gli aspetti economici e le ricadute demografiche sul quartiere già densamente popolato.
Intervento proprio per questo ultimo aspetto osteggiato da buona parte dei residenti della zona Saline, dove non mancano già palazzi alti diversi piani. Dello stesso parere il sindaco Olivetti che ha detto di credere nel dialogo con gli enti coinvolti.
«Il progetto prevede un immobile a sette piani – ha affermato il primo cittadino – in un’area dove di edifici e palazzine ce ne sono già tante, il che pone un problema di urbanizzazione e antropizzazione particolarmente rilevante. Noi abbiamo iniziato un’interlocuzione per capire se c’è soluzione a un problema annoso. Gli atti sono già stati completati, e quindi c’è il rischio di un braccio di ferro con l’Erap che noi vorremmo assolutamente evitare. Secondo noi, la soluzione passa attraverso lo studio proprio degli atti per poter capire dove intervenire e attraverso il dialogo: confido nel buon senso degli enti coinvolti». «L’Erap dovrebbe valutare la nostra posizione» ha concluso il sindaco Olivetti.
Su questo invito, ha ricevuto il sostegno del capogruppo di Forza Italia-Civici per Senigallia, Luigi Rebecchini. È intervenuto per sollecitare da parte dell’Erap l’accoglienza delle tesi della maggioranza senigalliese. Già nelle precedente consiliatura aveva definito il progetto un «un orrore urbanistico». «Ben vengano altri 22 appartamenti da destinare all’edilizia residenziale pubblica (anche se prima occorre lavorare affinché vengano assegnati quelli già realizzati), ma non vi è una sola ragione al mondo per la quale detta realizzazione debba avvenire eliminando un vero e proprio polmone verde cittadino». Secondo Rebecchini, rimane valida la proposta di un ostello della gioventù immerso nel verde. Bene l’interlocuzione «per trovare altra area per l’intervento edilizio. Le sue parole mi confortano e mi auguro che si arrivi ad una soluzione positiva del problema per l’affermazione di una buona politica urbanistica».