SENIGALLIA – Due posizioni contrastanti all’interno dello stesso gruppo politico. È la situazione interna a Più Europa Senigallia, dopo la riunione degli iscritti che si sono riuniti domenica 12 gennaio per ufficializzare la costituzione del gruppo e prendere una posizione nello scacchiere politico cittadino in vista delle elezioni comunali di maggio 2020.
Dalla riunione però è emersa una situazione molto confusa. Da un lato il coordinatore cittadino Carlo Tortarolo ha affermato che «dopo un ampio dibattito, il gruppo ha deciso all’unanimità di partecipare alle elezioni e di appoggiare il candidato sindaco Gennaro Campanile, che ha già in suo sostegno una coalizione liberaldemocratica, ambientalista ed europeista composta da Italia Viva, Volt e Verdi».
Lo stesso Tortarolo ha diffuso una nota stampa in cui sostiene che il vice segretario nazionale di Più Europa Piercamillo Falasca, abbia commentato così l’esito della riunione: «La costituzione del gruppo territoriale a Senigallia conferma l’importante lavoro di radicamento dell’iniziativa politica di Più Europa nelle Marche. È per noi cruciale riuscire a tradurre in idee e proposte utili per la città di Senigallia la nostra idea di un’Italia europea, sempre più attenta all’innovazione, al lavoro, all’ambiente e ai diritti dei cittadini: questo è il compito che il nuovo gruppo territoriale si è assunto, anche in vista delle prossime elezioni regionali ed amministrative».
Ma in realtà, alla riunione convocata per costituire il gruppo senigalliese, hanno partecipato anche Gennaro Campanile e Luca Santarelli, i due esponenti fuoriusciti dal Pd che hanno dato vita alla lista AmoSenigallia. Proprio la loro presenza, vista come la sostanza di un accordo già predisposto e praticamente rimasto solo da ufficializzare, ha creato notevole malcontento all’interno del gruppo, con la riunione che si è sciolta senza aver concluso nulla.
Alcuni iscritti senigalliesi a Più Europa fin dalla sua costituzione hanno in seguito espresso la propria «contrarietà all’uso del simbolo di questo partito alle prossime elezioni amministrative a Senigallia». Alla base di questa posizione c’è innanzitutto il fatto che il partito di Emma Bonino abbia avuto un respiro nazionale ed europeo, non locale, senza una elaborazione sulle politiche locali di questo territorio. «In secondo luogo, a Senigallia, come in molte altre realtà locali delle Marche, non è mai esistito un gruppo Più Europa attivo su temi locali. Si sono registrate esclusivamente attività di supporto alle campagne per le ultime elezioni nazionali ed europee, ma nulla si è fatto in chiave di radicamento locale».
Proprio per questo sarebbe più opportuno – secondo i quattro iscritti senigalliesi Alessio Cinti, Gianluigi Mazzufferi, Alessandro Panepucci e Marco Scaloni – presentarsi «attraverso una lista civica, dove viene esaltata la forza dei singoli candidati (a patto, sempre, che a monte ci siano proposte concrete, e non solo un comitato elettorale); o, al limite, ispirandosi ad un partito nazionale che abbia tuttavia dimostrato interesse e impegno su temi locali, condizioni che con tutta evidenza Più Europa non ha avuto e non ha attualmente a Senigallia».
«Nascondere la propria faccia dietro un simbolo nazionale senza alcun collegamento con la realtà locale è una operazione di franchising politico, poco seria e che rischia di compromettere anche il radicamento locale, snaturando il patrimonio ideale che un partito porta con sé; non può essere, quindi, una astratta operazione di strategia politica, peraltro di bassa lega e di nessuno spessore; si tratta, più banalmente, di una scorciatoia per raccogliere qualche voto in più, ma senza dare alcuna concreta garanzia all’elettore che, evidentemente, finisce per votare una scatola vuota».