SENIGALLIA – È botta e risposta (da lontano) tra Beatrice Brignone – parlamentare uscente e referente locale di Possibile – e il segretario cittadino del Partito Democratico Giulio Donatiello. Botta e risposta sulle candidature in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, per le quali più di un candidato è stato catapultato in altra zona rispetto a quella da cui proviene o che conosce meglio.
L’accusa parte proprio da Beatrice Brignone, in lista con Liberi e Uguali, la quale punta il dito contro la strategia politica del Pd per queste elezioni: «Il siciliano Minniti, il romano Bonelli e il premier Gentiloni sono evidenti esempi di un PD più interessato a organizzare al meglio la squadra dei fedelissimi renziani, che a dare rappresentanza al territorio marchigiano. D’altra parte, spostare la pesarese Fabbri, senatrice uscente, nel collegio uninominale per la Camera Fano-Senigallia, sembra la punizione ad una corrente interna, piuttosto che il riconoscimento del lavoro di questi anni».
La deputata di Possibile – il movimento di Civati che ha aderito al progetto di Liberi e Uguali con leader l’ex presidente del Senato Pietro Grasso – ha dichiarato che quello delineato con le imminenti elezioni politiche del 4 marzo è uno «scenario amaro e triste perché delegittima il ruolo dei partiti che dovrebbero ascoltare i cittadini e reclutare le persone migliori e perché impoverisce il nostro territorio di rappresentati veri».
La mission del candidato politico è infatti quella di dare voce al territorio locale e regionale nei due rami del Parlamento in cui, dopo le elezioni, affrontare le emergenze che nelle Marche – secondo Brignone – sono molteplici: a partire dalla questione ricostruzione post terremoto per approdare alla crisi delle grandi industrie, di interi settori manifatturieri e dei rispettivi indotti; dal progressivo smantellamento della sanità pubblica fino alle scarse politiche per i disabili o per le donne, tra cui la mancata applicazione della 194; dalle trivelle nel mar Adriatico alla mancanza di serie politiche energetiche a tutela dell’ambiente e del benessere animale.
Non si esauriscono qui i temi, ma la polemica sul «futuro parlamento di nominati e paracadutati nei territori» è già iniziata. Tanto che il segretario cittadino del Partito Democratico Giulio Donatiello ha reso noto un comunicato stampa in cui dice di non voler iniziare una polemica sulle elezioni in quanto inutile e non costruttiva per entrambe le formazioni, sia il Pd, sia LeU. Della serie: non facciamoci male.
«Anziché iniziare una campagna elettorale polemizzando, chiediamoci piuttosto quali strategie mettere in campo per recuperare al voto coloro che si astengono, come riavvicinare alla partecipazione attiva tante persone che si sono allontanate dalla politica, come coinvolgere i nostri giovani, ma soprattutto come sottrarre consensi a forze politiche avversarie, alla coalizione di centro destra e al movimento 5 stelle. Attaccarsi a vicenda durante le elezioni non serve a risolvere i problemi del paese ma, al contrario, favorisce il centro destra e le forze politiche populiste e reazionarie, avverse alla sinistra».
Il punto non è solo evitare attacchi reciproci, ma mettere in campo progetti che possano essere sostenuti da una coalizione di centro sinistra solida, per quanto variopinta, e che possa durare oltre queste elezioni 2018. Progetti comuni utili a costruire alleanze nei nostri territori, le sole in grado di dare risposte significative ai tanti bisogni che emergono nel Paese.
«L’attacco al Partito Democratico è sbagliato – conclude Donatiello – non siamo noi l’obiettivo da colpire perché così facendo si indebolisce quella stessa area di sinistra e progressista nella quale anche voi vi collocate e con la quale collaborate in diverse realtà locali, anche nella nostra città. Da qui l’invito, Onorevole Brignone, a guardare oltre e altrove e ad individuare in schieramenti diversi dal Partito Democratico i veri obiettivi da centrare per costruire il tuo successo elettorale».