SENIGALLIA – Una giornata lunga ed estenuante per tante persone quella che si è svolta ieri a Senigallia, con lo spoglio delle schede elettorali. Terminata quindi la prima fase di queste elezioni comunali 2020, il primo riscontro di cui abbiamo dato notizia già dalla mattina di martedì 22 settembre è il fatto che si sarebbe andati al ballottaggio: non sono stati sufficienti al centrosinistra gli oltre 10mila voti sulle 25.575 schede scrutinate, per vincere al primo turno contro un agguerrito centrodestra di Massimo Olivetti. Di seguito l’esito delle consultazioni 2020 e il confronto con quelle del 2015.
Di certo c’è che Fabrizio Volpini, nonostante tutte le critiche al suo operato in Regione e come presidente della Commissione regionale sulla sanità, è riuscito a raccogliere ben 10.528 voti, pari al 43.39%.
La maggior parte di questi arriva dalla lista n. 18, quella del Partito Democratico, scelta da 5.688 elettori (pari al 24.75)%, tra le cui file spiccano Dario Romano, il più votato in consiglio con 557 preferenze e in netta crescita rispetto al 2015; le assessore uscenti Ludovica Giuliani (272) e Chantal Bomprezzi (268), entrambe in crescita rispetto ai voti di 5 anni fa; la consigliera uscente Margherita Angeletti (236), il medico Rodolfo Piazzai (191). In lieve calo l’assessore uscente Ilaria Ramazzotti (da 232 del 2015 è passata a 185 voti) ma peggio è andata al consigliere uscente Mauro Pierfederici che ha perso quasi 100 voti rispetto al risultato del 2015.
La n. 14 Vola Senigallia ha racimolato 1.382 voti (pari al 6.01%) rappresentando un po’ la novità di questa tornata elettorale nel panorama di centrosinistra. Ai primi tre posti tra i candidati con più voti, troviamo Stefania Pagani (201), Simone Tranquilli (173) e l’ex forzista Enrico Rimini (125).
Bene anche Diritti al Futuro, la lista già in maggioranza consiliare (prima come La Città Futura a cui si è unita negli ultimi mesi Art.1): ha preso 1.117 voti, pari al 4.86%. Nelle prime posizioni si trovano alcuni ex consiglieri comunali come Enrico Pergolesi (103 preferenze), l’uscente Mauro Gregorini (102) in netto calo rispetto al 2015 quando venne votato da 213 persone tra le file del Pd, seguiti da Beatrice Brighenti (96) e da altri esponenti politici già noti come l’ex consigliere dei Verdi Roberto Primavera (92), uno dei fondatori dei Verdi come Marco Lion (74) e l’uscente Riccardo Mandolini: l’ex m5s ha raccolto 64 voti.
In forte discesa rispetto alle comunali 2015 il consenso della lista Vivi Senigallia, passata dal 9.38% di cinque anni fa al 4.13% con 950 voti. Nelle prime tre posizioni si trovano tre esponenti politici già noti: i consiglieri uscenti Lorenzo Beccaceci (423 preferenze, il 2° più votato a Senigallia, in crescita rispetto al 2015) e Mauro Bedini (89 voti, in netto calo rispetto ai 149 del 2015), quest’ultimo preceduto dal vicepresidente della Fondazione Città di Senigallia Alessandro Savini (99 voti, stabile).
Distanziate la lista Obiettivo Comune (478 voti, 2,08% nel 2020; 797 voti e 3.53% nel 2015), con il rappresentante più in vista, l’assessore uscente Enzo Monachesi sostenuto da 65 preferenze (130 quelle del 2015); Uniti per Senigallia (408 voti, pari all’1.77%) con in testa Tiziano Sorrentino con 45 preferenze. Chiude Noi #Senigallia Attiva con 320 voti (1.39%), altra novità a livello formale di queste elezioni comunali 2020 ma che in realtà rappresenta la successione di Progetto in Comune dell’ex candidato a sindaco Maurizio Perini con molti candidati consiglieri del 2015. In cima alla lista, oggi, si trova il responsabile della società di salvamento Severino Tricarico (37 preferenze).
Il centrodestra è riuscito nell’impresa di arrivare al ballottaggio dopo decenni di governo Pd grazie agli 8.309 voti (34.24% raccolti dal candidato Massimo Olivetti. Il traino è rappresentato da Fratelli d’Italia con l’11.53% delle preferenze (ben 2.651) e che nel 2015 non aveva quasi alcun rappresentante a Senigallia. In testa Massimo Bello, ex consigliere ed ex sindaco di Ostra Vetere (282 voti), seguito da Marcello Liverani: l’ex candidato a sindaco di Senigallia è sostenuto da 118 preferenze (nel 2015 non entrò in consiglio comunale per meno di 100 voti). Male il consigliere uscente Davide Da Ros, appena 35 preferenze, che rischia di rimanere fuori dal consiglio comunale anche in caso di vittoria del centrodestra al ballottaggio.
Altro motore della coalizione è la Lega, con 2.321 voti (10.10%), in crescita rispetto a 5 anni fa (6,6%). In testa il terzetto formato da Nicola Regine (109 voti), Elena Campagnolo (86) e Filippo Crivellini (52). Molto distante e in calo il coordinatore cittadino Sergio Taccheri (11 voti).
In questa coalizione figura bene anche la lista La Civica che ha raccolto 1.766 voti, pari al 7,68%. Tra i più votati l’ex consigliere di Fi Gabriele Cameruccio (393 voti), l’avvocato nonché temporaneo candidato a sindaco Riccardo Pizzi (288) e il medico dell’ospedale senigalliese Andrea Ansuini (179).
Importante, anche se in calo rispetto alle elezioni 2015, il contributo di Forza Italia, con 979 voti pari al 4.26% (cinque anni fa si attestava sopra il 6%). Confermati i voti per Alan Canestrari (125 quest’anno, 119 nel 2015) e per Anna Maria Bernardini (40 quest’anno e 37 nel 2015). In mezzo il consigliere uscente (ed ex Rifondazione) Luigi Rebecchini (77 voti).
Il terzo risultato in termini di consensi è quello raccolto da Gennaro Campanile, 2.377 voti, pari al 9,80%. L’ex assessore Pd che si è lamentato di essere stato buttato fuori (ma dal Pd sostengono sia stato lui ad andarsene) ha costituito una sua coalizione formata da Amo Senigallia, scelta da 1.392 elettori pari allo 6,06% (in testa Michele Carboni, 97 voti); Europa Verde, con l’1,6% e 361 voti (più votato Marcantoni Simone, 57 preferenze). +Senigallia ha riscosso poco successo: appena l’1,21% con 279 voti (in testa Mauro D’Addio con 13 preferenze). Chiude Italia Viva con appena 185 preferenze pari allo 0,80% (avanti a tutti Giuliano Giacomini con 17 voti).
Sostanzialmente stabile il risultato di Senigallia Bene Comune. Mentre nel 2015 candidò Giorgio Sartini ottenendo il 6.55% delle preferenze (1.502 voti), quest’anno è stato candidato al ruolo di sindaco l’ex comandante della Polizia Stradale Paolo Molinelli che ha ricevuto 1.491 voti, pari al 6,14% con il doppio però dei candidati consiglieri. In questa tornata elettorale era stata costituita sia la lista di Senigallia Bene Comune con 690 voti pari al 3% (in testa il consigliere uscente Giorgio Sartini con 114 preferenze) ma anche una seconda lista Noi Cittadini che ha riscosso 597 voti,pari al 2,6% (in testa Marilena Moroni con 40 voti).
È andata meglio invece a Paolo Battisti. L’ex consigliere comunale e candidato de L’altra Senigallia con la Sinistra ha raccolto 816 voti pari al 3.36%, superando di molto il risultato di 5 anni fa, quando raggiunse appena l’1,85% con 429 voti. Un progetto in crescita dunque, anche se rischia di non entrare nuovamente in consiglio comunale, in base alla ripartizione dei seggi. In testa alla lista si trova l’ex professore Franco Porcelli con 39 preferenze.
Rosaria Diamantini (Senigallia Resistente) ha ottenuto 477 voti, pari all’1.97%, non sufficienti per entrare nel prossimo consiglio comunale di Senigallia. Non entrerà nell’assise civica nemmeno Alessandro Merli di Potere al Popolo. La lista e il candidato a sindaco hanno raccolto 268 voti, pari all’1.10%. Entrambe queste ultime due liste erano una novità nel panorama politico cittadino e a maggior ragione a queste elezioni comunali 2020.