SENIGALLIA – In un’epoca dove la velocità è celebrata come un valore, c’è chi, per fortuna, fa scelte controcorrente e sceglie una modalità diversa per viaggiare e scoprire: l’antica arte del camminare, oggi evoluta in quel che genericamente chiamiamo trekking. Ne è un fulgido esempio Niki Morganti, guida naturalistica senigalliese che ha fatto della sua grande passione per la natura il suo lavoro. Grazie alla sua esperienza e alla sua preparazione, porta a spasso attraverso zone sconosciute e recondite delle Marche (ma anche dell’Italia e del mondo) per aiutare ed insegnare a coloro che ne hanno voglia di apprezzare l’infinitamente bello che spesso ci circonda e che non sempre cogliamo. Ecco l’intervista per CentroPagina dove ci racconta la sua recente esperienza nel cammino dei Passi Azzurri e non solo.
Sei un privilegiato: sei riuscito a far coincidere la tua grande passione per la natura con la tua professione. Raccontaci un po’ il tuo percorso: quando hai capito che l’escursionismo sarebbe stato la tua vita?
«Abbastanza recentemente per la verità: se 10 anni fa mi avessi chiesto di fare una camminata in montagna per più di due ore ti avrei risposto “ma co’ sei matt’!!!” Poi andai in escursione con un mio amico (e oggi collega, Maurizio) al Lago di Pilato e mi piacque molto, e da lì iniziai. In verità il patentino di Guida Ambientale Escursionistica ce l’ho dal 2009 ma lo presi più che altro per fare educazione ambientale, facevo anche qualche escursione ma il mio calendario escursionistico era piuttosto scarno; poi dal 2013 cambiò tutto: prima l’escursione a Pilato e poi una bellissima esperienza in Spagna di educazione ambientale ed escursionismo che mi ha dato la spinta decisiva nel buttarmi a capofitto in questa attività. La natura è sempre stata la mia passione, sin da piccolo sognavo che “da grande” avrei fatto qualcosa all’aria aperta circondato da piante e animali. Ho quindi studiato tanto arrivando a laurearmi in Scienze Naturali. E così, con grande e personale orgoglio, oltre a sacrifici, pazienza e determinazione, ce l’ho fatta!»
Quale è il percorso o la zona naturalistica a cui sei più affettivamente legato e perché?
«La mia più grande esperienza escursionistica (e spirituale) è stato il Cammino di Santiago, percorso nel 2017. Anche adesso mentre ne parlo mi emoziono e mi si lucidano gli occhi. È difficile descrivere le emozioni e gli stati d’animo che si provano percorrendo i circa 900 km dai Pirenei all’Oceano Atlantico, so solo che è stata l’esperienza più intensa della mia vita. Il luogo dove mi piace andare spesso per organizzare escursioni o fare birdwatching o semplicemente passare qualche ora in natura, è sicuramente il Monte Strega. Non so perché ma dalla prima volta che ci andai avvertii e avverto una sensazione magica, di pace e di bellezza che solo questa montagna e questo luogo riesce a regalarmi».
Recentemente ti sei cimentato nel cammino dei Passi Azzurri: uno degli itineranti più affascinati ma forse non così conosciuti su scala regionale ma anche nazionale: raccontaci come è nata questa avventura e come si è sviluppata.
«Durante il lockdown del 2020 decisi, insieme ad altri/e colleghi/e guide di creare un gruppo facebook, Le Marche in Cammino”, per cercare di far conoscere le Marche anche in chiave escursionistica grazie ai tanti cammini che ci sono nella nostra regione ma che in pochissimi conoscono. Così ho studiato un po’ meglio i Passi Azzurri (progetto sviluppato dai colleghi della cooperativa Risorse di Macerata), un cammino che attraversa i comuni della Comunità Montana dei Monti Azzurri: il percorso si snoda tra questi bellissimi borghi medievali ai piedi dei Monti Sibillini (o, come li chiamava Leopardi, i Monti Azzurri) e attraversa boschi, fiumi, pascoli e la campagna dell’alta collina tra i fiumi Chienti, Fiastra, Tennacola e Fiastrone. Ho percorso questo cammino a novembre scorso, nel pieno del foliage: è stato bellissimo!»
La tua categoria professionale, come altre ma forse anche più di altre, è stata messa a dura prova dalla pandemia: quale è la situazione attuale?
«Fortunatamente l’escursionismo è una delle poche attività che, ad eccezione dei lockdown, è rimasta accessibile a tutti/e, anzi, dopo il lockdown del 2020 c’è stato un boom incredibile di persone che si sono riversate in montagna. Ma anche per il 2021 non ci possiamo lamentare, non siamo ancora tornati ai livelli pre-pandemia ma poco ci manca. Quello che ci ha e ci sta ancora un po’ penalizzando, sono i viaggi, i trekking di più giorni, la mancanza degli stranieri: speriamo che passata questa ondata si possa tornare a lavorare con più certezze e serenità. Io sono ottimista!»
Cosa ti riserva il futuro immediato ma anche quello a lungo termine in tema di avventure ed escursioni?
«Da quando ho percorso il Cammino di Santiago ogni anno ho percorso almeno un cammino. Anche per il 2022 ne ho in programma uno o due: sempre a Santiago ma il Primitivo (cioè l’itinerario da Oviedo a Santiago) e uno qui nelle Marche (ma ancora non ho deciso). Il tutto ovviamente compatibilmente con gli impegni di lavoro e il covid.
Il lavoro di guida mi porterà a sviluppare un calendario di escursioni nelle Marche piuttosto fitto, non solamente in estate (quello che mi piacerebbe è destagionalizzare l’offerta turistica e le Marche possono farlo tranquillamente), e una serie di viaggi e trekking di più giorni che, spero, mi porterà in tante zone d’Italia (Abruzzo e Valle d’Aosta, per esempio) e d’Europa (Lapponia e Spagna)».