SENIGALLIA – Sono due i farmacisti denunciati dalla Guardia di finanza per il rilascio di green pass irregolari. Il provvedimento è scattato alcuni giorni fa dopo quasi due mesi di indagini e accertamenti iniziati a dicembre scorso. A dare il via all’operazione “Fast Pass” dei finanzieri della Tenenza di Senigallia sono state le lunghe, lunghissime code, soprattutto al mattino presto, all’esterno di una farmacia senigalliese dove venivano eseguiti i tamponi rapidi antigenici: un’anomalia rispetto alle altre attività che registravano normali flussi.
Da lì sono iniziate specifiche attività di osservazione nelle immediate vicinanze dell’esercizio, anche con riprese fotografiche, da cui è emersa l’irregolare tempistica dei tamponi: tra l’arrivo, il prelievo dei campioni, l’attesa dell’esito e la stampa del referto passavano in media tre o quattro minuti. Un tempo ridottissimo, incongruente con quanto previsto dal protocollo d’intesa siglato dal Ministero con le associazioni e federazioni di farmacisti dove è precisato che la sola reazione chimica (a cui poi devono aggiungersi le altre operazioni come il prelievo) deve avere un tempo di non meno di 15 minuti.
Dunque i testi antigenici rapidi, fin troppo rapidi secondo le fiamme gialle per massimizzare il numero di clienti serviti, non erano attendibili: non erano in grado di poter certificare la negatività o meno al covid-19. Il rischio è che da quella farmacia siano uscite persone con esito negativo ma potenzialmente positive, creando quindi un pericolo per la collettività.
I test rapidi venivano inoltre eseguiti sul marciapiede antistante la farmacia, in palese violazione della privacy e realizzando anche concorrenza sleale nei confronti di quelle attività che effettuano i test in ambienti separati, all’interno della farmacia, da igienizzare continuamente.
La conferma del numero spropositato di test effettuati nell’attività senigalliese è arrivata grazie all’incrocio con i dati ministeriali: sono state riscontrate numerose incongruenze fra i dati inseriti a sistema tramite tessera sanitaria e quelli invece rilevati dai militari durante le indagini, con riferimento agli orari e i tempi della effettiva sottoposizione dei pazienti al test. Per cercare di non dare nell’occhio, nei casi esaminati i prelievi del campione biologico venivano registrati a sistema indicando un orario antecedente a quello effettivo di esecuzione, così da non risultare eccessivamente a ridosso dell’orario di rilascio del relativo “green pass”.
Nei guai sono finiti i due farmacisti titolari dell’esercizio: si tratta di un 32enne e un 48enne, non di Senigallia, denunciati alla Procura della Repubblica di Ancona per i reati di falso ideologico in certificati commesso da persone esercenti un servizio di pubblica necessità; inadempimento di contratti di pubbliche forniture e indebita percezione di contributi a carico dello Stato. Per i tamponi eseguiti nella fascia d’età tra i 12 e 18 anni è previsto un prezzo ridotto di 8 euro, rispetto ai 15 euro per le persone adulte: la differenza viene rimborsata dalle finanze pubbliche.
Tra gli altri provvedimenti, il Pm ha emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza: è stata cioè fermata la somministrazione dei tamponi e l’accesso alla relativa piattaforma nazionale di registrazione. Il provvedimento è stato infine convalidato dal competente giudice delle indagini preliminari del tribunale dorico.
Gli accertamenti non sono però conclusi: i finanzieri senigalliesi, guidati dal comandante Tenente Francesco Cavuoto, stanno cercando di verificare anche se i clienti fossero consapevoli o meno del sistema messo in atto o se si recassero lì solo per sfruttare la rapidissima tempistica senza porsi troppe domande sull’attendibilità del risultato. Inoltre è al vaglio anche la possibilità che venissero pagati prezzi superiori per ottenere i certificati rapidi fasulli. In questa ipotesi, chiunque avesse riscontrato anomalie, può rivolgersi alla Tenenza di Senigallia della Guardia di finanza per segnalare quanto riscontrato.