SENIGALLIA – Dal 2017 il 2 giugno al parco della pace di Senigallia si tiene l’evento “Festa della Repubblica, festa della pace”, promossa e organizzata dalla Scuola di Pace “V. Buccelletti” del Comune di Senigallia. Quest’anno non è stato possibile ritrovarsi tutti insieme nello spazio verde che l’amministrazione ha voluto rinominare da “piazza d’armi” a “parco della pace”, ma l’occasione è utile, sostengono i presidenti dell’associazione Elena Mazzanti e Francesco Spinozzi, per riflettere, oggi, sul significato di quei valori che si sono mostrati ancora più importanti nel periodo di emergenza (sanitaria, economica, sociale) che stiamo vivendo: un’emergenza ma anche una sorta di rivelazione sulle enormi contraddizioni che caratterizzano oggi il nostro mondo.
«La prima che vogliamo sottolineare – affermano Mazzanti e Spinozzi – è una cifra, quei 26 miliardi di spese militari previste per il 2020 che appare in questi tempi più ingiustificata che mai: a cosa ci sono serviti i costosissimi aerei F-35 (solo per fare un esempio fra i più recenti e noti a tutti) contro il covid-19? A cosa tutto l’elefantiaco sistema della nostra difesa che incide pesantemente nei fondi di bilancio non solo dell’apposito Ministero ma anche di altri? Quanto invece si sarebbe rivelata utile l’istituzione di un Ministero della Pace con la funzione principale di promuovere una difesa civile, attraverso la prevenzione e la pianificazione di interventi volti ad affrontare qualsiasi situazione di emergenza, anche sociale, che possono verificarsi in un Paese?».
Soldi che sarebbero potuti essere investiti «nel futuro di quei settori che costituiscono la struttura di riferimento di uno Stato», come la sanità, per anni sempre al centro di continui tagli, vista come una “spesa” e non una risorsa; ma anche la ricerca scientifica, che «andrebbe sottratta sempre più all’interesse privato per diventare un progetto organico a lungo termine».
Anche la scuola, «da tempo sottodimensionata per organico e risorse, dovrebbe invece essere potenziata per divenire sempre più inclusiva, per formare cittadini consapevoli e responsabili, per essere uno strumento per ridurre le disuguaglianze anziché accentuarle come è successo in questi mesi di emergenza con la didattica a distanza».
E come non parlare della giustizia sociale? «La crisi economica che accompagna e seguirà questa emergenza ancora una volta colpirà i più deboli, italiani e stranieri, se non verrà intrapresa una politica seria per affrontare la piaga del lavoro in nero, per promuovere la regolarizzazione in ogni settore produttivo e per garantire i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici».
Se c’è un aspetto evidente di questo periodo di crisi, sicuramente è che certe scelte hanno senso solo a livello mondiale. «Per anni ci hanno voluto far credere per opportunità politica che gli sbarchi sulle nostre coste avrebbero avuto conseguenze disastrose sul nostro stile di vita e che avremmo dovuto per questo barricarci dentro le nostre frontiere, ma questo virus ha viaggiato sulle rotte commerciali del nostro mondo globalizzato e probabilmente in business class». E non è finita qui. «In pieno lockdown le nostre fabbriche di armi, mettendo a rischio la stessa incolumità dei lavoratori, hanno continuato a produrre strumenti di morte quando invece ci sono tanti esseri umani che convivono da anni ogni giorno con la difficoltà di procurarsi cibo o farmaci e con il terrore di un bombardamento, in una condizione di sofferenza a cui spesso contribuiamo anche noi orgogliosamente italiani con il traffico di armi».
Una festa della Repubblica dunque molto particolare, ma che deve essere uno strumento di riflessione: la scuola di pace “V.Buccelletti” di Senigallia la promuoverà con contributi anche sulla propria pagina facebook.com/scuolapacebuccelletti.