SENIGALLIA – Da una tragedia possono nascere opportunità. Sembra uno slogan, per qualcuno sono parole con poco senso. Non per due mamme di Firenze e Padova: madri che hanno perso un figlio e condividono un dolore senza fine. Ma vanno avanti, si appoggiano l’una all’altra, riescono a trovare coraggio, speranza e persino riescono a “contagiare” – nel senso più positivo del termine – gli altri facendo beneficenza a favore di un progetto di clownterapia a Senigallia.
Tutto parte nel giorno della festa della mamma da Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, dove abita Giovanna Carboni e arriva a Montemerlo, a pochi chilometri da Vò, in provincia di Padova, dove invece risiede Camilla Tommasi. Le due donne non si conoscevano ma entrambe hanno vissuto la tragedia di perdere il proprio figlio, Mauro e Niccolò. Iniziano a scriversi lettere, mail e messaggi su whatsapp. È il dialogo al tempo della quarantena.
Un dialogo che finisce poi in un libro dal titolo “Il filo sottile del coraggio” (Maria Pacini Fazzi editore), curato dalla giornalista fiorentina Gaia Simonetti con un presente nella comunicazione della serie C. Oggi «doniamo coraggio – dicono le due mamme che hanno scritto le lettere – per tendere la mano ad altre madri e portare avanti progetti del cuore, in ricordo dei nostri angeli». Coraggio e speranza, per guardare oltre le nuvole e vedere quel tanto atteso raggio di sole.
Sentimenti che arrivano fino a Senigallia, a centinaia di chilometri di distanza: grazie ai proventi della vendita del diario delle due mamme (il libro è disponibile su Amazon da circa tre mesi) verrà oggi consegnata, da remoto per le restrizioni covid, una somma dedicata ad un progetto di clownterapia con l’associazione senigalliese Vip Claun Ciofega, presieduta da Andrea Diottalevi (in arte claun Micciu). Un’iniziativa in ricordo di Francesco Conti, “claun Ciofega” appunto, il 31enne deceduto nel settembre 2004 per un incidente stradale.
Un’altra tragedia che si trasforma in opportunità, questa volta per i piccoli pazienti delle varie strutture pediatriche delle Marche. E infatti il libro ha una dedica speciale: è dedicato “a tutti coloro che non ce l’hanno fatta e a coloro che sono impegnati tutti i giorni a salvare vite umane”. La speranza che si diffonde. Nonostante la pandemia.