SENIGALLIA – I lavori di somma urgenza effettuati sugli argini del fiume Misa a inizio marzo 2018 sono l’ennesima dimostrazione di come non vi sia programmazione nella manutenzione dell’alveo fluviale che attraversa la valmisa. Lo sostengono i componenti dell’associazione Confluenze che citano l’esempio dell’intervento urgente in zona Molino Marazzana e Vallone per fare luce su una gestione insostenibile, sia a livello ambientale che economico.
La prima domanda che si pongono da Confluenze è: perché ridursi a intervenire durante una piena, quella tra febbraio e marzo 2018, se quelle erosioni erano in corso da almeno tre anni? Possibile che nessuno in Provincia o in Regione si sia accorto di tali problemi relativi agli argini del fiume Misa in questo arco di tempo?
Anche la soluzione messa in atto non assicura alla popolazione senigalliese sonni tranquilli: i due interventi citati hanno le caratteristiche di scogliere a difesa della sponda, ma sono così localizzati che potrebbero creare danni nelle zone immediatamente a monte o immediatamente a valle o sulla sponda opposta. Eppure sono costati alle casse regionali l’importo di spesa 450mila euro.
«Per interventi analoghi, sia sul fiume Misa che su altri, si sono spese cifre molto inferiori – spiega Luciano Montesi – . Ancora una volta paghiamo lo scotto della “somma urgenza” che prevede l’assegnazione di opere alle ditte, senza bandi di gara, quindi senza nessuna forma di economia. La stessa cosa è avvenuta nell’inverno-primavera 2015, in seguito alla famosa alluvione di Senigallia: anche lì sono stati effettuati “in somma urgenza” interventi che dovrebbero essere di manutenzione ordinaria, senza bandi di gara e con la direzione dei lavori affidata di fatto, per forza di cose, al ruspista di turno. Il risultato dei 700mila euro di lavori è stato una tabula rasa con l’abbattimento di migliaia di alberi protetti e ad alto fusto. Poi, per tre anni non si è visto più nessuno».
Se si conta che vi sono decine di tratti in cui è in atto un’erosione della sponda, quale spesa dovrebbe sostenere la Regione per mettere davvero in sicurezza il fiume Misa? Anche la qualità e l’efficacia di questi lavori di “ripulitura” è tutta da dimostrare. Secondo i componenti dell’associazione Confluenze questi lavori «contribuiscono alla riduzione del tempo di corrivazione, cioè del tempo che impiega l’acqua per raggiungere la foce dal punto più lontano, con la conseguenza che l’acqua, correndo più veloce, arriva prima nel centro abitato di Senigallia, area che tutti dichiarano di voler prioritariamente tutelare. Essi, inoltre, determinano continue erosioni delle sponde e degli argini a monte e a valle. Opere di difesa delle sponde sono presenti lungo tutto il tratto arginato del fiume Misa e sono peraltro in stato di abbandono, diventando a lungo andare inutili o dannose.
È evidente che questo modello di gestione è insostenibile anche da un punto di vista economico. La biodiversità, caratteristica degli ambienti fluviali, risulta impoverita. La città insicura. È possibile – concludono – che gli amministratori pubblici non siano consapevoli di questi problemi?»