SENIGALLIA – La foce del fiume Misa è ancora protagonista del web e dei social network. Si sprecano infatti i commenti, anche ironici, di chi usa l’argomento dell’insabbiamento del tratto finale del corso d’acqua senigalliese per attaccare – direttamente o indirettamente – l’amministrazione comunale.
E ciò è amplificato dal fatto che pochi giorni fa è stato realizzato un intervento di abbassamento della quota del fondale – un braccio meccanico ha “sparso” la ghiaia e i materiali presenti in alveo – per ridurre la pericolosità in caso di forti piogge e piena del fiume Misa.
In realtà il fenomeno è ben visibile a causa delle scarse o quasi nulle precipitazioni, delle temperature sopra la media stagionale (nel febbraio/marzo 2018 c’era la tempesta di neve Burian a portare sotto lo zero le temperature, che oggi sono comprese tra i 7 e i 15 gradi) e della bassa marea. Fattori che permettono di notare un grande isolotto di materiali ghiaiosi e non sedimentati.
Come si vede dalla foto, ci sono anche persone che camminano tra i due moli di levante e ponente e proprio lo scatto ha scatenato alcuni commenti: «Senigallia è l’unica città che dà la possibilità a tutti, cittadini e turisti, di camminare sulle acque» scrive Franco; «Per me non avete capito il senso dell’intervento.
Deve ancora finire e ci sarà un passaggio che unisce un pontile all’altro» ironizza Daniele. «Dopo l’intervento efficace della scorsa settimana – sostiene invece Riccardo Pizzi – forse è il caso di cambiare registro. Che ne dite, esperti ed amministratori locali?!?».
Insomma l’argomento tiene banco in ogni momento, complice il ricordo ben nitido dell’alluvione del 3 maggio 2014. Meno preoccupata – ma non per questo meno attenta – sembra essere l’amministrazione comunale.
Nei giorni scorsi il sindaco Maurizio Mangialardi, nel commentare l’intervento di spargere i materiali sul fondale per evitare il rischio “tappo”, aveva sostenuto che si tratta di materiale non sedimentato (ghiaia, conchiglie, legnetti, pietrisco, sabbia e fango) portato dalle correnti dell’Adriatico e non dal fiume. A conferma di ciò ci sarebbe il fatto che l’isolotto si è originato in poco tempo, grazie alle mareggiate invernali e che una semplice piena del Misa spazzerebbe via senza troppi problemi.
In attesa che si risolva la diatriba sulle competenze tra Comune e Regione, sembra quindi che i cittadini debbano sperare nella pioggia, in una quantità sufficiente da rimuovere la ghiaia ma non eccessiva da causare danni e allagamenti.