SENIGALLIA – Non sembra placarsi l’eco delle polemiche e dal centrosinistra arrivano ancora attacchi al CDA dimissionario della fondazione Città di Senigallia. I cinque membri però fanno sapere di procedere nell’opera volta al risanamento dell’ente finché il consiglio comunale non nominerà un nuovo direttivo per la struttura socio assistenziale. Il che risponde a quanto aveva chiesto l’amministrazione comunale sotto indiretto suggerimento del CDA stesso.
Riepiloghiamo i fatti. A sei mesi dall’insediamento, il cda della fondazione Città di Senigallia si dimette in toto, denunciando nuovamente i pesanti passivi finanziari. Lo fa, a suo dire, per dare una scossa alla politica cittadina e regionale che devono intervenire per risolvere le criticità più importanti, tra cui il nodo delle cure intermedie e della RSA per non autosufficienti. Ma sull’ente pende anche la spada di Damocle della Cassazione che si dovrà pronunciare in merito al contenzioso con società autostrade per svariati milioni di euro.
Dopo le dimissioni sono piovuto attacchi da diversi esponenti di opposizione, dentro e fuori il consiglio comunale: dal consigliere regionale Mangialardi, ex sindaco di Senigallia, a tutti i partiti della minoranza senigalliese di centrosinistra. L’ultimo in ordine di tempo era stato quello del PD che, oltre a condannare la lettera anonima di minacce ricevuta dal cda, rileva come le dimissioni siano un atto mai avvenuto ad appena sei mesi dall’insediamento.
«Le dimissioni sono spiegate in una lunga lettera dove emergono criticità e problemi tali da creare preoccupazione negli ospiti della struttura, nei dipendenti, nell’amministrazione comunale e nell’opinione pubblica. Hanno visto l’Amministrazione prendere posizione in maniera tardiva, con la richiesta di una relazione del cda uscente che possa toccare tutti gli argomenti di interesse. Nel bene della città e della fondazione, pensiamo – spiegano dal Partito Democratico – che sia necessario conoscere quanto prima tutti gli accadimenti, e procedere subito alla nomina del nuovo cda per dare continuità alla gestione e rassicurare ospiti, dipendenti, imprese che collaborano con questo ente e la cittadinanza intera».
«Stiamo registrando – intervengono dal cda della fondazione Città di Senigallia – una serie di attacchi personali, a tratti diffamatori e per il chè ci riserviamo adeguata azione penale, ove veniamo ritenuti inadeguati rispetto all’incarico ricevuto, irresponsabili per aver lasciato la Fondazione in balia degli eventi, opachi nella nostra azione o parziali nelle nostre valutazioni, che all’esterno noi peraltro non abbiamo fatto uscire». Attacchi che non fanno il bene della collettività, si legge in una nota firmata da quattro dei cinque membri del cda (manca Castelli, espressione del Pd). Fino alla nuova nomina, «il cda continuerà ad operare come ha sempre fatto, occupandosi con la stessa attenzione delle tante questioni che si palesano giornalmente».
Tra i primi risultati che vantano Canafoglia e gli altri componenti, ci sono l’ottimizzazione delle spese e un «risparmio che secondo una stima prudenziale dovrebbe produrre un risparmio rispetto allo scorso anno di circa 450.000 €»; la rinegoziazione dei contratti agrari che dovrebbe portare nelle casse un aumento dei rispettivi canoni; la cd. spending rewiew gestionale e il riempimento dei posti letto disponibili grazie all’«alto livello delle prestazioni erogate dal personale sanitario».
Sull’attesa relazione del cda della fondazione Città di Senigallia interviene anche il gruppo Senigallia Resistente-Rifondazione comunista che denuncia come il controllo sull’ente e la discussione consiliare sulla gestione di capitale e beni stimati in 50 milioni di euro è stata spostata dalla Commissione Consiliare (aperta al pubblico), alla Riunione dei Capigruppo, che si svolge a porte chiuse. «Non ci si venga a dire che nessuno sapeva. La politica e gli Amministratori sapevano e tutti (il PD, i suoi sodali e la “pseudo-opposizione” di destra) hanno preferito chiudere gli occhi e partecipare a tali condotte». Gli esponenti di Senigallia Resistente Rifondazione Comunista concludono chiedendo che tutto, a partire dai bilanci promessi mesi fa, venga reso pubblico in modo che la cittadinanza sia informata, in linea con le recenti promesse elettorali. «In caso contrario lo faremo noi, pur consapevoli che le informazioni in nostro possesso non sono complete ed esaustive, ma tali e sufficienti da confermare quanto sempre dichiarato in campagna elettorale e ben prima: a Senigallia pseudo-Sinistra e Destra per anni hanno amministrato congiuntamente senza darsi fastidio, cosa che pare non aver subito alcun cambiamento, e la situazione della Fondazione ne è un esempio. Ci piacerebbe essere smentiti».