SENIGALLIA – Terremoto alla Fondazione Città di Senigallia. Quelli che sembravano spifferi o scricchiolii hanno trovato conferma in una nota congiunta da parte del Consiglio di Amministrazione (Avv. Corrado Canafoglia, Geom. Massimo Bernacchia, Gen. Roberto Boccolini, Dr.ssa Susanna Vecchioni e Avv. Michel Castelli) che si è dimesso in toto ed ha inoltrato già nella tarda serata del 30 agosto le proprie dimissioni al Sindaco del Comune di Senigallia.
I membri del Cda hanno comunque dato la loro disponibilità ad operare sino a quando il Consiglio Comunale non avrà deliberato in merito ad un nuovo organo. Alla base di tale decisione la grave situazione finanziaria in cui si trova l’associazione: «Sin da subito abbiamo percepito che l’Ente si trovava in una grave condizione finanziaria, emergente da pesanti perdite di vari milioni di euro, prodotte negli anni ed anche il 2020 si è concluso con una perdita di esercizio di Euro 1.150.080. Abbiamo individuato le cause di tali forti perdite in scelte gestionali non sempre condivisibili, che riteniamo meritevoli di approfondimento, ed immediatamente abbiamo messo in atto una revisione delle spese correnti che per l’esercizio 2021 dovrebbe portare, secondo una nostra proiezione di stima, ad un risparmio di circa Euro 450.000. Continuando con tale modalità gestoria nel 2022 si potrebbe arrivare prossimi al pareggio di esercizio».
A finire sul banco degli imputati e rappresentare una spada di Damocle per il futuro, sicuramente alcuni investimenti che lo stesso oramai ex Cda non sembra condividere: «Fermo restando che allo stato attuale l’Ente è in grado di adempiere regolarmente ai propri obblighi di pagamento – prosegue la nota – , tuttavia sulla Fondazione aleggiano alcuni problemi estremamente gravi che rischiano di mettere in seria difficoltà la prosecuzione dell’attività dell’Ente ed in particolare: l’esito della causa contro Autostrade per l’Italia spa, il progetto degli “Orti del Vescovo “; i rapporti con l’ASUR afferenti la sorte di immobili, alcuni dei quali di recente definiti “fantasma” sulla stampa dallo stesso Assessore Regionale alla Sanità; la causa per Euro 580.000 promossa dalla Curatela fallimentare della società che ha eseguito anni fa i lavori di ristrutturazione delle palazzine di via Cellini; la sorte del Musinf, la valutazione degli immobili di cui la Fondazione è proprietaria».
Una scelta chiara e forte che vuole essere un messaggio e un monito: «Per salvare la Fondazione occorre la collaborazione di tutti, Istituzioni pubbliche e private, e non si può relegare a cinque persone l’onere di risolvere questioni rimaste nascoste per troppo tempo che, per contro, necessitano di interventi delle Istituzioni pubbliche e private, ma soprattutto senza “compromessi “ per salvare una parte rispetto all’altra! Se qualcuno pensa che la nostra è una fuga da responsabilità, sbaglia: le nostre responsabilità ce le siamo prese e con questo atto ce ne assumiamo quella più forte, uscendo allo scoperto e rompendo un muro di omertà che va demolito e fatto conoscere all’intera cittadinanza! Abbiamo lavorato per il bene della Fondazione, ma ora questo non basta».
«Per cui dimostrando di non essere attaccati alla poltrona – concludono – con questo nostro gesto abbiamo inteso gridare a voce alta in modo tale che nessuno domani possa dire che non sapeva ciò che è accaduto e che sta accadendo sotto un profilo economico/finanziario nella Fondazione. Ci riserviamo di fornire al Sindaco ed al Consiglio Comunale di Senigallia una dettaglia relazione sulle criticità rinvenute e sulle azioni, a nostro parere da mettere in atto non solo dalla Fondazione, ma anche da chi sta all’esterno di essa, nonché sull’attività da noi svolta. Un ultimo messaggio importante lo vogliamo dare. Tutto il personale – al quale va il nostro ringraziamento per esserci stati vicini ed aver condiviso il cambiamento con non pochi sacrifici – sta accudendo gli ospiti in modo amorevole e non vi è alcun problema per quest’ultimi, ma se la Città e le Istituzioni pubbliche e private vogliono che la Fondazione sia un gioiello della Comunità debbono agire celermente ed in sinergia risolvendo alcuni problemi che solo dall’esterno possono essere risolti» .