SENIGALLIA – Mentre la protezione civile regionale ha emesso una nuova allerta meteo per temporali valida per tutta la giornata di domenica 21 maggio, soprattutto a partire dalla tarda mattinata, in città si alzano nuove critiche per la vicenda del fosso Sant’Angelo tracimato pochi giorni fa.
Sono state allagate alcune abitazioni, negozi, cantine e garage nella zona di via Rovereto e via Cavalieri di V.Veneto. Alle sollecitazioni dei residenti sulle grate e sul fosso tombinato, l’ingegnere della protezione civile regionale Stefano Stefoni, durante un sopralluogo a Senigallia, ha replicato: «E’ un fosso a regime torrentizio, che passa da secco alla tracimazione in pochissimo tempo. Inoltre raccoglie le acque di un’area molto edificata e la parte terminale è intubata».
Sulla polemica delle grate tenute abbassate durante la piena del fosso, poi tracimato a causa della grande quantità di rami e detriti causando l’evacuazione di alcune famiglie, Stefoni ha spiegato che «le grate servono proprio a non far entrare i detriti nella parte delle condotte interne che passano sotto il piano stradale; se le sollevassimo, sposteremmo solo l’occlusione di qualche metro più all’interno». Secondo lui – poi confermato dal sindaco Olivetti – il problema è che i fossi devono rimanere il meno possibile tombinati. Una possibile ipotesi al vaglio dell’amministrazione comunale è quella di aprire il fosso Sant’Angelo nella parte terminale, dopo quindi i campi da tennis e fino allo sbocco in mare.
Il primo cittadino ha confermato che «è stata firmata giovedì 18 maggio in giunta una delibera per affidare l’incarico per uno studio di fattibilità con lo scopo di valutare l’apertura della tombinatura fino al mare. Noi abbiamo in pratica una siringa e così non va. A qualcuno non piacerà l’apertura a mare, ma va aperto secondo noi. Valuteremo con la Regione, ma crediamo sia l’unico sistema per controllare le piene del fosso: l’occlusione finale fa correre dei rischi e la nostra priorità è garantire i cittadini che vivono lì».