Luci accese anche quando si è fuori casa, grate alle finestre, telecamere a circuito chiuso visibili da remoto, cani da guardia. Sono i metodi più utilizzati dalle persone per proteggere i propri appartamenti e le aziende dai malintenzionati. Ma non sempre si rivelano efficaci per scongiurare i furti. Anche i ladri, purtroppo, conoscono tali accorgimenti. E sanno bene come “aggirarli”.
«In appena 60 secondi svaligiano negozi ed attività commerciali – spiega Samuele Bramucci, esperto del settore, titolare di Bramucci Centro Diffusioni Sicurezza e ideatore di Lock24 -. I sistemi antifurto tradizionali molto spesso si limitano a segnalare il tentativo di furto, ma non a bloccarlo. Risultano pertanto inefficaci in diverse occasioni».
Nonostante il lungo lockdown, si leggono spesso notizie di case e aziende svaligiate. Come mai, secondo lei?
«Sicuramente, la forte crisi socio-economica provocata dalla pandemia ha aumentato la criminalità. I dati storici indicano che in altri periodi simili, furti e rapine sono incrementati in conseguenza alla pressione finanziaria. Oggi viviamo in un simile scenario. Gli ambienti più colpiti sono le abitazioni. La mancata fiducia nei mercati spinge molte persone a tenere denaro ed altri oggetti di valore in casa, come la gioielleria, incentivando i criminali».
Eppure, siamo circondati da telecamere, pubbliche e private…
«Le telecamere hanno effettivamente invaso il nostro territorio, le vediamo praticamente ovunque, in posta, nel supermercato, in banca, nelle piazze, al bar etc. Insomma, siamo monitorati h24 e questo aumenta in noi la percezione di sentirsi più al sicuro. Ci accorgiamo tuttavia che la videosorveglianza cittadina non basta, da sola, a far desistere i malintenzionati. Ne è una dimostrazione che oltre l’80% delle persone realizza o aggiorna un sistema antintrusione soltanto a seguito di un furto. Quando ormai è troppo tardi».
Ci sono sempre le care vecchie inferriate, assieme a porte blindate e vetri anti-sfondamento…
«Indubbiamente tale sicurezza attiva, al netto dell’effetto “caserma”, crea barriere ai ladri rallentando il loro operato. Ma non impedisce loro di rubare. Le grate andrebbero sempre abbinate ad un sistema antifurto professionale per poter garantire sicurezza al 100%. Mi spiego meglio: tutti questi prodotti vengono classificati attraverso delle prove “sotto sforzo” per indicarne il grado di sicurezza. Esso va da 1 a 4. Prendendo un’inferriata di grado 4, il tempo di resistenza a un tentativo di scasso da parte di uno scassinatore esperto, che utilizza arnesi come piedi di porco, martello o punzoni, è di soli 20min. L’installazione di un sistema antifurto perimetrale, invece, allontanerebbe i ladri prima che questi inizino qualsiasi operazione di scasso, grazie ad una segnalazione ottica/acustica della sirena esterna e la notifica alle forze dell’ordine».
Molte persone acquistano l’antifurto su internet, cosa ne pensa?
«Penso che siano soltanto soldi sprecati. La stragrande maggioranza delle persone non ha nessuna competenza in tecnologia, elettronica o informatica ed è una vera giungla scegliere il prodotto giusto. Parlo per esperienza: alcune persone prima di diventare nostri clienti avevano acquistato un kit su internet di quelli a buon prezzo con la pretesa di avere la tecnologia militare. Cito a testimonianza un ragazzo, tra l’altro un ingegnere elettronico, che ha ordinato un kit composto da centrale, alcuni sensori via radio, telecomandi, sirena esterna e si è montato e programmato l’impianto da solo. Dopo appena qualche mese ha riscontrato i primi problemi: falsi allarmi, anomalie radio, radiocomandi non funzionanti e batterie scariche etc. etc., senza parlare dell’assistenza tecnica praticamente inesistente».
Qual è, dunque, il miglior modo per proteggersi. Ci faccia qualche esempio?
«Certamente. Mettiamo il caso di un’abitazione privata non isolata con accessi praticabili al piano terra, all’interno del quale sono custoditi beni di scarso valore. In questo caso sarà sufficiente proteggersi da tentativi di effrazione da parte di comuni delinquenti, assumendo quindi che il malintenzionato non metta in atto delle misure o processi tecnici di alto livello per violare il sistema di sicurezza. Sarà sufficiente un sistema di sicurezza di Grado 1 (La norma EN50131 prescrive l’installazione di uno o più rilevatori in grado di rilevare tentativi di intrusione su tutte le porte e accessi perimetrali con l’aggiunta di rilevatori volumetrici interni secondo la metodologia a trappola ovvero corridoi o locali dove sono contenuti i beni di maggior valore). Adesso, l’esempio opposto, un’attività commerciale con deposito di valori. Si tratta certamente di un obiettivo sensibile, che giustifica tentativi di effrazione messi in atto con sistemi complessi e sofisticati, da parte di professionisti che hanno conoscenza, dimestichezza e strumenti simili a quelli impiegati dai tecnici che hanno progettato i componenti e di coloro che hanno installato il sistema. Sarà quindi necessario proteggersi con un sistema di sicurezza di Grado 4 (La norma EN50131 prescrive l’installazione di rilevatori esterni filari o di telecamere con video analisi in grado di rilevare i tentativi di intrusione a danno dell’area esterna compresa tra il perimetro esterno e l’edificio, unita alla protezione di tutte le finestre, porte perimetrali e altre aperture con rilevatori in grado di rilevare tentativo di effrazione ed intrusione, unita alla protezione volumetrica interna di tutti i locali. Si consiglia anche il collegamento diretto con un istituto di vigilanza privata».
No al “fai da te”, insomma…
«Il mio consiglio è quello di rivolgersi a uno specialista. La legge prescrive ed obbliga il committente ad incaricare l’installazione di un impianto antintrusione ad un’impresa e da personale tecnico abilitato (vedere D.M. 37/2008) alla lettera “B”. Tengo inoltre a precisare che è un atto obbligatorio la presentazione di un progetto tecnico esecutivo che deve essere controfirmato, sia dal committente per accettazione, sia dal progettista per assunzione di responsabilità (art.5 D.M.). Se il sistema non risulta certificato, l’assicurazione potrebbe non risarcire il danno».
Come orientarsi fra i professionisti del settore?
«Non può essere solo una questione di prezzo. La sicurezza delle cose a cui teniamo va affidata a uno specialista che sia davvero motivato a proteggere i propri clienti, scrupoloso e attento nel seguire un processo ben determinato sia in fase di realizzazione che di manutenzione del sistema. Deve “metterci la faccia”, insomma. La normativa EN50131 prevede un sopralluogo iniziale per l’analisi del rischio, un progetto accurato su base planimetrica, un’offerta con costi trasparenti, una programmazione del sistema ed un piano di manutenzioni. Lo specialista deve inoltre garantire un’adeguata assistenza tecnica H24 grazie al controllo remoto dei dispositivi. Il nostro lavoro inizia solo dopo aver installato l’impianto. Non finisce nel momento in cui fissiamo l’ultima vite. Un antifurto non è come un qualsiasi impianto elettrico, va monitorato periodicamente per preservarne l’efficienza. E il cliente deve sempre poter contare sull’azienda che si è occupata della sua sicurezza. In ogni momento».
E i costi?
«Il costo va determinato in base all’ubicazione del sistema, al livello di rischio ed al grado di sicurezza per un’abitazione. Lock24, brevettato dalla mia azienda, mette ad esempio a disposizione oltre al classico pagamento in acquisto, anche una nuova e apprezzata formula con canone mensile che include: garanzia all risk su tutte le apparecchiature, i servizi di assistenza tecnica e manutenzione. Confrontando il costo con il fatturato annuo di una piccola azienda, un sistema di grado 2 costa mediamente 120€/mese. In un anno 1440€. Su un fatturato di 500.000€ è appena lo 0,29%. Da considerare anche gli sgravi fiscali pari al 50% della spesa».