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Alessandro Cecilioni chiede aiuto e scatta la gara di solidarietà

L'uomo 54enne di Senigallia, da otto anni lotta contro una grave forma tumorale che gli ha aggredito il cervello. I medici gli hanno dato due mesi di vita, ma in Germania c'è una speranza: per curarlo servono più di 170 mila euro. La famiglia chiede aiuto per le cure costosissime

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Alessandro con la moglie, la figlia Rosy e il compagno Alessio
Alessandro con la moglie, la figlia Rosy e il compagno Alessio

SENIGALLIA- Alessandro Cecilioni ha 54 anni e da otto è affetto da un glioblastoma di quarto grado, una forma particolarmente aggressiva di tumore al cervello. In Italia i medici gli hanno dato due mesi di vita, ma per lui c’è ancora una speranza, quella di tentare due cicli di cure in Germania. I familiari hanno avviato una raccolta fondi per sostenere le spese delle cure.

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Si può donare attraverso la pagina Facebook ‘Aiutiamo Alessandro a vivere’, in alcuni punti di raccolta ed attraverso la piattaforma su Gofundme. Il preventivo della terapia è di 172mila e 900 euro. Su Facebook, l’obiettivo è stato fissato a 30 mila euro e la raccolta è ancora a metà strada. Su Gofundme l’obiettivo è stato fissato a 150 mila euro.

Alessandro ha effettuato la prima visita lo scorso 18 febbraio e il primo ciclo di cure è già partito. «Dopo il verdetto dei medici ho effettuato una ricerca su internet ed ho individuato questo medico che è già riuscito ad ottenere ottimi risultati su pazienti che sono malati come mio padre – spiega Rosy Cecilioni, figlia di Alessandro – La prima cosa che gli abbiamo chiesto è se per lui ci fosse ancora una speranza. Alla risposta affermativa, abbiamo deciso di combattere».

La famiglia Cecilioni non dispone del denaro necessario per sostenere le cure: «Abbiamo avviato una raccolta fondi, la nostra disponibilità economica supera di poco i 7 mila euro, ma se gli obiettivi non saranno raggiunti e, sarà necessario, sono disposta a vendere casa pur di riuscire a curare mio padre».

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A lanciare una appello da Quarrata, è stato il fratello Alfredo che si trova in Toscana da 19 anni per motivi di lavoro. «Ho attivato anche io dei punti di raccolta a Quarrata – spiega Alfredo -, alla Misericordia, nelle scuole grazie alla spinta di mia moglie che è insegnante, nei bar, nelle parrocchie. Il calore e l’abbraccio che ho ricevuto sono stati enormi, da lasciare senza fiato. Ma l’obiettivo da raggiungere è così alto che non posso smettere di diffondere l’appello».