SENIGALLIA – Si celebra oggi, 23 maggio, in tutta Italia la giornata della legalità. E anche Senigallia non è da meno con l’adesione alle iniziative proposte dall’Anci. Tra queste azioni è stato proposto di appendere un lenzuolo bianco fuori dai municipi e, per i sindaci, di indossare la fascia tricolore e osservare un minuto di silenzio alle 17:57, ora dell’attentato a Capaci del 23 maggio 1992 a Falcone, alla moglie Servillo e agli agenti della scorta Schifani, Dicillo e Montinaro.
«È un momento molto importante – ha detto il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi in merito alla giornata della legalità – per non dimenticare chi ha dato la vita per lo stato e per la legalità come il giudice Falcone e la sua scorta, ma anche Paolo Borsellino il 19 luglio dello stesso anno, uomini giusti la cui memoria va preservata e tramandata ai giovani».
Anche l’associazione Libera ha aderito all’iniziativa della giornata della legalità. Don Paolo Gasperini, referente del gruppo senigalliese di Libera intitolato ad Attilio Romanò, vittima innocente della mafia, ha spiegato che, nonostante ci sia la possibilità che per alcune persone queste iniziative dicano poco o siano solo di facciata, è importante non abbassare la guardia sul tema. «Anche nelle Marche c’è il concreto rischio di fenomeni criminali – ha detto – pensiamo, per esempio, a questo periodo di difficoltà economica e nell’accesso al credito da parte di alcune aziende: come fanno a trovare i soldi per andare avanti? E nonostante questo le denunce ancora non sono molte. Ma oltre all’usura ci sono altri reati cosiddetti “spia”, che rivelano cioè la presenza di organizzazioni criminali: tra questi, l’uso delle droga, nelle Marche ancora molto elevato».
Insomma le infiltrazioni ci sono e non si può far finta di nulla. «Le Marche poi, essendo un territorio meno esposto a livello mediatico, sono ancora più appetibili» continua Gasperini. Quindi è più che mai «necessario lavorare per far emergere una cultura della legalità, sia negli adulti che nei giovani. Per i primi, molti dei quali cresciuti con il periodo stragista, c’è il rischio che non vedendo più attentati considerino questo momento storico più sicuro o al riparo dai fenomeni mafiosi; e poi nei giovani, perché seppur con una maggiore sensibilità, non hanno vissuto questi fenomeni e il rischio è siano percezioni immateriali di un altro mondo, un po’ come l’altra faccia della luna: sai che c’è ma tu non la vedi e non ti cambia il modo di agire o pensare».
Di parere contrario l’avvocato senigalliese Corrado Canafoglia. «Io penso che queste siano iniziative effettivamente solo di facciata. Se pensiamo alla politica attuale, ai bassi livelli toccati, credo che Falcone e Borsellino si rivoltino nella tomba. E non dimentichiamo che in Italia esistono le quattro mafie più importanti al mondo, che permeano il tessuto economico e politico. Ecco perché dico che sono solo di facciata» afferma l’avvocato in merito alla giornata della legalità. «Mi farebbe piacere se anche negli altri 364 giorni dell’anno non si dovesse assistere a scontri tra ministri e magistrati in tv; che non ci fossero boss mafiosi rimessi fuori dalle carceri, quando ci sono tantissime persone in custodia per reati minori; mi piacerebbe che chi amministra la cosa pubblica, laddove interessato da un procedimento penale per reati seri, desse le dimissioni posto che una carica politica non è un posto di lavoro a cui si ha diritto. È vero – conclude – che i giovani sono più acuti di noi e che spesso non hanno bisogno di giornate come questa, ma di esempi concreti per capire la differenza tra giusto e sbagliato: esempi però che noi adulti non siamo in grado di dare, perlomeno in maniera seria».
Anche secondo un altro avvocato di Senigallia, Riccardo Pizzi, «alle parole devono seguire i fatti: come un genitore che educa il figlio, serve l’esempio e quindi i fatti concreti. C’è la necessità di iniziative come questa per la giornata della legalità, ma non che rimangano ricorrenze vuote: se non altro per rispetto di chi ha sacrificato la propria vita e di chi lavora per far rispettare la legge. Anzi, io reintrodurrei l’educazione civica anche alle scuole elementari. Per me legalità è rispettare la legge, la città, il prossimo, ecco perché serve educare tutti partendo dai giovani e giovanissimi, servono più iniziative e incontri, soprattutto con gli scolari, usando linguaggi a loro comprensibili. E’ fondamentale la testimonianza e l’esempio. Il tricolore? Da me è esposto già da due mesi e lo rimarrà ancora».