SENIGALLIA – Un uomo di Senigallia, 71enne, un 79enne di Pesaro e due donne 91enni di Mombaroccio e Senigallia sono le ultime quattro persone morte, in ordine di tempo, all’ospedale di Senigallia. Un triste bollettino di decessi che si aggrava di giorno in giorno, senza che vi possa essere consolazione alcuna per i parenti.
A poco serve sapere infatti che i propri congiunti soffrivano già precedentemente di altre patologie. La consapevolezza che questo virus, il cui nome scientifico è Sars-Cov-2 della “famiglia” dei coronavirus, ha causato i decessi e li ha strappati agli affetti rende ancora più difficile da sopportare il sapere che se ne sono andati per sempre e da soli. Da tempo infatti per non vi è alcun modo di visitare i propri familiari ricoverati nei vari reparti e ospedali di tutta la regione, se non vederli – quando possibile, e in rianimazione non lo è – attraverso un tablet o uno smartphone magari preso in prestito dagli stessi operatori che li assistono.
Una giornata nera per l’ospedale di Senigallia, da tempo sotto stress per il super lavoro di questo ultimo mese e mezzo: oltre alle quattro persone sopra citate, che facevano parte di un drammatico elenco di 31 decessi avvenuti nel solo 2 aprile, vi si devono aggiungere altri 15 decessi (su 23 in tutte le Marche) avvenuti nei giorni precedenti per i quali la diagnosi di covid-19 è stata confermata solo ieri.
A morire nell’ospedale di Senigallia, secondo il bollettino diffuso dal Gores della regione, sono state quattro donne di Pesaro (68, 78, 90 e 92 anni), una 85enne di Arcevia, una 79enne di Senigallia, una 83enne di Acqualagna e una 69enne di Vallefoglia (PU), tutte con patologie pregresse; sui decessi tra gli uomini registrati nei giorni scorsi, la conferma che la causa era il coronavirus riguarda un 82enne di Foligno, un 87enne di Colbordolo, due fanesi di 76 e 86 anni, un 88enne di Pesaro, un 81enne di Senigallia e un 65enne di Arcevia, l’unico senza patologie pregresse in questo triste e impietoso elenco.
E il picco non è stato ancora raggiunto. Secondo il presidente delle Marche Luca Ceriscioli – in un’intervista televisiva su Raiuno – l’apice della curva infettiva si dovrebbe raggiungere a metà aprile nella nostra regione.