SENIGALLIA – La Caritas e le realtà del Sistema di protezione per minori stranieri non accompagnati e titolari di protezione internazionale (Siproimi) hanno ideato per il prossimo 20 giugno, la Giornata mondiale del rifugiato, una serie di iniziative per celebrare l’importante ricorrenza. Una giornata all’insegna della comprensione, della vicinanza, dell’apertura e dell’accoglienza che purtroppo, per le norme anti covid, non sarà possibile celebrare insieme in piazza come sempre fatto, ma con eventi social.
«Quest’anno non potremo farlo insieme – spiega Giovanni Bomprezzi, direttore della fondazione Caritas Senigallia – per rispettare le norme di distanziamento ed evitare gli assembramenti. Ma ciò non significa che non la festeggeremo degnamente: per il 2020 la nostra Giornata del rifugiato sarà esclusivamente social. Con la semplice ma importante campagna #ridiamostorie i protagonisti saranno i nostri amici e chi ci segue».
La campagna della Caritas di Senigallia parte delle storie dietro a ogni rifugiato e richiedente asilo, molto spesso drammatiche, di abbandono del proprio Paese. A queste storie verrà data voce: da lunedì 15 giugno, sulla pagina Facebook di Caritas Senigallia Onlus, si potranno leggere le storie di alcuni rifugiati accolti attraverso Siproimi nel territorio dell’ambito territoriale n.8 quello di Senigallia e della sua vallata.
Inoltre, da venerdì 19 giugno a domenica 21 invece ognuno potrà partecipare alla campagna #ridiamostorie, postando una propria foto su FB con un foglio in mano con scritto #ridiamostorie e taggando Caritas.
«Sarà un modo più interattivo – continua Bomprezzi – di avvicinarsi a un tema complesso e delicato come quello dell’integrazione e dei motivi dell’immigrazione, che la Giornata mondiale del rifugiato, nata per commemorare l’approvazione della Convenzione di Ginevra (1951), intende preservare. Abbiamo cura delle famiglie accolte nel nostro territorio e pensiamo che raccontare le loro storie, senza filtri e senza pregiudizi, sia il modo più lungimirante e toccante – conclude il direttore della Caritas – per spiegare a tutti cosa sta dietro a una scelta di vita dolorosa, pericolosa e coraggiosa come quella di abbandonare il proprio Paese per salvarsi».
Anche il vescovo Manenti ha accolto l’idea della campagna, usando le parole di papa Francesco: «Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme».