SENIGALLIA – Migliaia di visitatori, oltre 250 apprendisti ciceroni delle scuole cittadine, una decina di beni fruibili, sette percorsi tematici, tre comuni coinvolti, un filo conduttore: l’archeologia. Sono i numeri dell’edizione 2024 delle giornate Fai di primavera che si sono recentemente concluse.
Un appuntamento tradizionale ormai per riscoprire, valorizzare e insieme tutelare i beni archeologici, storici, architettonici, paesaggistici, ma anche industriali, culturali, museali del nostro paese. Un patrimonio, quello italiano in generale e quello vallivo scendendo più nel particolare, che è l’oggetto delle attenzioni del FAI – Fondo Ambiente Italiano che dal 1975 si impegna a proteggere la bellezza e a raccontarla ai cittadini di ogni età e fascia sociale.
Gli appuntamenti nelle vallate Misa e Nevola promossi dalla delegazione Fai di Senigallia – fresca di promozione da gruppo a delegazione – sono spaziati da Senigallia a Ostra e Serra de’ Conti per raccontare una particolare storia, anzi, sette storie, legate dal tema dell’archeologia: l’archeologia urbana più o meno nota, tra aree già musealizzate e scantinati scoperti recentemente; tra stemmi ed epigrafi alla luce del sole ma spesso sfuggenti ai nostri occhi; tra sacro e profano; tra selve e frantoi; tra virtuale, reale e immaginario.
A condurre i visitatori nei percorsi sono intervenute le guide formate a scuola, quella scuola al centro di tante problematiche ma ogni volta riscoperta come fulcro educativo, agenzia formativa e partner esperienziale imprescindibile. Le giornate Fai di primavera 2024 hanno visto all’opera 270 “apprendisti ciceroni”, giovani e giovanissimi studenti, impegnati a raccontare il patrimonio storico, artistico e ambientale del nostro territorio. Ma prima di tutto incentivati a riscoprirlo essi stessi, e quindi a prendersene cura, oggi come guide, e anche domani, come utenti.
Proprio questo è lo scopo più impegnativo del Fai: non solo quello della tutela dei beni italiani, certo fondamentale per poter avere ancora qualcosa da raccontare domani; ma soprattutto quello di far crescere un sentimento e un valore diffuso di apprezzamento della cultura. Per salvare il futuro. «A Senigallia, Ostra e Serra de Conti è stato proposto un racconto corale – spiegano dalla delegazione Fai di Senigallia – con lo scopo di evidenziare le origini comuni della bellezza del nostro patrimonio artistico e paesaggistico e spronare i Comuni a fare rete, per offrire ai visitatori una ricca proposta culturale».
Uno sprone che si concretizza ogni anno nella rete tessuta attorno al Fai: collaborazioni sinergiche tra amministrazioni comunali, soprintendenza, proprietari dei beni, dirigenti scolastici, insegnanti, studenti e volontari Fai «sono alla base dell’organizzazione delle GFP, ma dimostrano che, quando si viene coinvolti direttamente nella vita sociale e culturale della propria comunità, con una proposta culturale di alto livello, si possono ottenere ottimi risultati».