Senigallia

Giovani vandali in azione negli stabilimenti balneari, imprenditori esasperati

Ancora episodi di vsite indesiderate in alcune concessioni di Senigallia nonostante le pattuglie delle forze dell'ordine e la vigilanza privata. Cicconi Massi: «Se guido senza cintura di sicurezza vengo multato; se vado in spiaggia dopo la mezzanotte a devastare gli stabilimenti la passo franca: una terra di nessuno!»

Bicchieri e bottiglie in vetro, plastica e lattine abbandonate negli stabilimenti balneari di Senigallia il sabato notte
Bicchieri e bottiglie in vetro, plastica e lattine abbandonate negli stabilimenti balneari di Senigallia il sabato notte

SENIGALLIA – Terzo weekend di danneggiamenti agli stabilimenti balneari di Senigallia. Per il terzo sabato consecutivo, alcune attrezzature sono state danneggiate da ignoti vandali che hanno messo a soqquadro almeno quattro concessioni tra il lungomare Marconi e il lungomare Alighieri. Una vicenda che sta iniziando a esasperare gestori e titolari nonostante si sia appena all’inizio della stagione turistica: se da un lato infatti ripropone fenomeni già noti da anni, dall’altro i danneggiamenti vanno a insistere su situazioni già delicate per via dello stop, delle difficoltà e degli obblighi legati al covid-19.

Quella tra sabato 6 e domenica 7 giugno è stata una nottata tremenda a detta di alcuni bagnini di Senigallia: tra i bagni 50 e i bagni 65 si sono verificati almeno quattro episodi di utilizzo non consentito delle attrezzature. Nel migliore dei casi sono state solo usate e spostate, con conseguenze che si ripercuotono solo sull’aspetto lavorativo – il dover risistemare tutto ogni mattina – e sanitario – il dover sanificare nuovamente lettini e sdraio; nel peggiore ovviamente ci sono stati danneggiamenti, che costringono gli operatori balneari a dover ricomprare le attrezzature.

Nonostante la vigilanza privata che ormai quasi tutti sono stati costretti a impiegare – un’altra delle voci di costo a cui fino a pochi anni fa non si doveva far fronte – gli accessi notturni alla spiaggia di velluto sono stati talmente tanti che molti titolari e gestori sono dovuti correre per monitorare la situazione. Fino a circa le ore 3 di domenica mattina c’erano decine e decine di persone – per lo più giovani e giovanissimi – sia in strada sia sull’arenile. Molti gli ubriachi. Diverse anche le pattuglie di polizia e carabinieri impiegate per i controlli in strada, nei locali, sull’arenile, almeno una ventina tra agenti e militari quelli impiegati nell’ultimo fine settimana: un deterrente anche per scongiurare certi comportamenti che, se avvengono, hanno dei motivi a monte che non è possibile risolvere con il solo intervento militare. 

Una questione educativa dunque che va affrontata in maniera corale. Certo è che i resti di quanto portato in spiaggia sono stati ben visibili a chi, alle 6/7 di mattina, è tornato al lavoro per riaprire lo stabilimento. Dai bicchieri e bottiglie vuote di alcolici alle attrezzature danneggiate, dai residui di vomito a volte anche nelle aree giochi per bambini ai bisogni fisiologici espletati un po’ ovunque. Se il problema fosse solo una sedia rotta, sarebbe fin troppo ridicolo parlarne, ma quando la spiaggia – a detta degli operatori – diventa di notte terra di nessuno, allora qualche problema c’è e va risolto.

Una soluzione, secondo la Confartigianato, è quella di mostrare un po’ i muscoli e elevare sanzioni in modo che con una persona colpita ne vengano educate altre cento. «Sono sconcertato – ammette Giacomo Cicconi Massi, referente Confartigianato Senigallia – C’è una normativa che vieta l’accesso alle spiagge, una normativa che prevede sanzioni: io credo che sia opportuno che vada fatta rispettare, anche perché ci sono problemi legati all’igiene, alla sanificazione delle attrezzature, oltre che economici per le imprese». Ma c’è anche una differenza nell’atteggiamento verso alcuni tipi di trasgressioni e violazioni delle norme. «Se guido senza cintura di sicurezza vengo multato; se posiziono la macchina in divieto di sosta vengo multato; se, in quarantena correvo venivo multato; se vado in spiaggia dopo la mezzanotte a devastare gli stabilimenti la passo franca: una terra di nessuno! I nostri imprenditori sono esasperati perché non hanno alcun conforto. Chiediamo – conclude il responsabile Confartigianato di Senigallia – che le forze dell’ordine o la capitaneria intervengano per porre fine a queste spiacevoli situazioni».

Secondo Enzo Monachesi, assessore comunale ma soprattutto imprenditore di uno stabilimento balneare, il tiro va spostato sulla questione alcolici: spesso i giovani prendono da bere e poi si spostano in zone buie o comunque lontano da occhi indiscreti. Il che è un problema sia per gli aspetti della sanificazione delle strutture che per la sicurezza dei luoghi e delle persone. E allora se si rafforzassero i controlli in merito al consumo e all’abuso di alcolici soprattutto tra i giovanissimi si ridurrebbero e di molto gli spiacevoli episodi.