SENIGALLIA – Salta il concerto di Povia in piazza Garibaldi, previsto per martedì 17 agosto. Ad annullare l’evento è stato lo stesso cantautore che si definisce offeso per le polemiche suscitate in questi giorni ma anche per la procedura di richiesta del suolo pubblico, a carico dello stesso artista.
Ad affermarlo è Povia dal suo profilo Facebook: «Non farò il concerto a Senigallia. Offeso. Ridicoli. Che figura che fanno le “istituzioni” di fronte ai loro cittadini». All’origine della cancellazione dell’evento ci sono le polemiche politiche sollevate da alcuni consiglieri di minoranza che hanno criticato l’artista perché ha paragonato le limitazioni conseguenti al green pass a quanto avveniva nel ‘900 nei confronti degli ebrei. «Pass che non serve – continua Povia – e che sta sulle palle sia a vaccinati che non. La gente si contagia uguale, serve solo per costringere a vaccinarsi (cit. Crisanti), e non è obbligatorio».
E ancora: «Non farò il concerto, l’ho annullato quando mi hanno chiesto di firmare un foglio in cui richiedevo io stesso il “suolo pubblico” dandomi la responsabilità di tutte le misure di sicurezza come transenne etc. …e se poi partiva un focolaio? È stato Poviaaahh!! Chiedere questo ad un artista che stai ospitando significa insultarlo, screditarlo, denigrarlo, ucciderlo».
Pochi giorni prima il consigliere di Amo Senigallia Gennaro Campanile aveva criticato le sue esternazioni e soprattutto il paragone con il nazifascismo: «I campi di concentramento nazisti sono una cosa troppo seria e troppo dolorosa per passarci sopra. E quella di Povia è una scemenza a cui occorre reagire con forza e determinazione, alzando anche la voce. Quando si vuol dare importanza ad una argomentazione priva di contenuto la si associa ad un concetto forte anche se del tutto estraneo. È il caso di Povia. A Senigallia ci sono persone che hanno sofferto e sono morte per covid, molte altre hanno ritardato cure necessarie a causa del blocco delle prestazioni sanitarie causa l’emergenza covid. È un errore che il concerto sia gratuito. A pagamento sarebbe stato meglio perché quella parte di collettività che non si riconosce nell’affermazione di Povia non dovrebbe contribuire economicamente al suo compenso».
A seguito della decisione di Povia di annullare il suo concerto a Senigallia, gratuito per gli spettatori e non finanziato dall’amministrazione comunale ma da uno sponsor privato, un’altra consigliera di minoranza, Chantal Bomprezzi (Pd) ha affermato: «Non riesco a capire come mai Povia abbia deciso di annullare il suo concerto. Mi pare che il motivo non sia legato alle esternazioni di due consiglieri di opposizione, tra cui la sottoscritta, quanto piuttosto alle normali responsabilità da assumersi per realizzare un evento pubblico. Caro Povia, da dietro ad una tastiera è molto semplice: quando si firma e si hanno delle responsabilità, invece, i nodi vengono tutti al pettine. Piuttosto avrei molto apprezzato se avesse fatto il concerto. Avrebbe almeno dato prova di credere veramente in ciò che dice». E poi la frecciatina nei confronti del primo cittadino: «Avete notizie del sindaco? Inizio a essere preoccupata…» evidenziando il fatto che sia stato finora in silenzio circa questi avvenimenti.
La ciliegina è quella posizionata sulla torta dal collettivo Senigallia Antifascista: «Un po’ dispiace che Povia, la voce farneticante del complottismo più becero, non venga a suonare in piazza Garibaldi a Senigallia. In molti lo aspettavamo con ansia. Omofobia, antisemitismo, razzismo, condite da una ricca insalata di luoghi comuni, bigottismo e cattiva musica. Sarebbe stato bello andargli a dire cosa ne pensiamo. Peccato perché un cantante così era la voce migliore per rappresentare il trash della giunta Olivetti. Pazienza, il santone si è offeso e getta insulti sulla città, si sa che nel campo del sovranismo è pieno di lupi e coccodrilli, fino a ieri amiconi e adesso volano stracci…Forse qualche politico illuminato potrà sempre rilanciare con un concerto privato, vediamo chi esce allo scoperto!»
Rettifica dell’autore: L’esibizione di Povia non era stata in alcun modo finanziata dall’amministrazione comunale come in un primo momento riportato, ma da uno sponsor privato.