SENIGALLIA – Dalla spiaggia di velluto all’Ucraina per portare aiuti umanitari e solidarietà. Questa la missione di tre attivisti delle Brigate Volontarie per l’Emergenza – Marche che, con un furgone carico di 40 scatoloni di beni di prima necessità e medicinali e hanno varcato il confine tra Polonia e Ucraina, in una delle zone dove infuria la guerra.
Venerdì 18 marzo l’arrivo nella cittadina di Zosin, il territorio polacco più orientale, quello al confine con l’Ucraina; poi l’ingresso a Leopoli, teatro proprio in questi giorni di attacchi da parte delle milizie russe. «Siamo tornati ieri (domenica 20 marzo, Ndr) – spiega Vittorio Sergi, docente senigalliese e volontario (in foto) da anni attivo in tutto il territorio – dopo aver trasportato il primo carico di aiuti alla popolazione ed ai rifugiati ucraini raccolti in un paio di settimane grazie alla solidarietà delle persone di Senigallia, Trecastelli e Ancona. Avevamo con noi generi di prima necessità come medicinali, kit di primo soccorso, garze, siringhe, cibo per bambini, pannolini, assorbenti e qualche vestito che sappiamo ora non essere al centro dei bisogni».
Gli aiuti sono stati consegnati direttamente agli attivisti ucraini che condividono gli stessi valori delle Brigate Volontarie per l’Emergenza. «Li abbiamo dati direttamente in mano a un gruppo di persone che si muovono nel solco della cooperazione e della solidarietà, un gruppo che riunisce socialisti, avvisti di sinistra, femministe e che si occupa di poi smistare i beni consegnandoli nelle varie zone dove servono. Hanno un magazzino a Leopoli e lì ci siamo diretti». Il giorno prima proprio lì era arrivato un altro carico delle Bve di Milano con due volontari che son rimasti lì per dare una mano a gestire la logistica degli aiuti.
Non solo beni di prima necessità. Dalle Marche è stato avviato anche un percorso progettuale che possa creare una rete di attivisti e associazioni che possa riaffermare i valore della pace, della solidarietà e della giustizia sociale, in netta contrapposizione al militarismo e all’odio di tutti i nazionalismi e degli imperialismi coltivati dagli stati. Da qui i primi contatti per organizzarsi a livello internazionale, tenendo sempre a mente che una delle più importanti risorse che servono ora, al di là dei beni materiali, è l’organizzazione.
«Scatoloni e scatoloni di aiuti a volte vengono scaricati in modo confuso dalla tantissima gente che si è mobilitata, spiega ancora l’attivista senigalliese, creando situazioni caotiche o aumentando le difficoltà logistiche di chi in questo momento ha bisogni ben precisi. Noi, dal canto nostro, ci stiamo organizzando per un nuovo viaggio con altri aiuti e per un nuovo mezzo con cui indirizzare in maniera specifica gli aiuti che si stanno accumulando nei magazzini».