Senigallia

Il Partito Democratico di Senigallia fa autocritica: «Quanti errori»

La mancanza di dialogo interno e di ascolto dei cittadini, lo strappo di Campanile e le scelte amministrative: il mea culpa del Pd e il percorso per risorgere

L'incontro dell'Unione comunale Pd di Senigallia: da sinistra Volpini, Allegrezza e Donatiello
L'incontro dell'Unione comunale Pd di Senigallia: da sinistra Volpini, Allegrezza e Donatiello

SENIGALLIA – «La vicenda che riguarda la nostra Senigallia sembra stata segnata da una serie di errori che è valsa la pena individuare perché, traendo insegnamento dal passato, non si commettessero più in futuro». Queste le prime righe della lettera che alcuni responsabili dell’unione comunale del Partito Democratico hanno voluto mandare agli iscritti senigalliesi. Una lettera in cui si analizza la sconfitta elettorale e soprattutto gli errori che hanno portato a una disaffezione degli elettori verso il Pd.

Uno dei primi motivi al centro dell’analisi del Partito Democratico è l’ascolto: come si legge nel testo, che ha prima firmataria la presidente dell’unione comunale Elisabetta Allegrezza, «nell’ambito di un agire amministrativo che ha fatto progredire e migliorare la comunità sotto vari punti di vista, negli ultimi anni è venuta meno la nostra propensione all’ascolto delle ragioni dei cittadini, immaginando soluzioni non in linea con il parere predominante della popolazione sui singoli temi». Da qui la nascita di molti comitati cittadini, anche se alcuni, spiegano dal Pd, fortemente politicizzati e «pensati, in mala fede, per diffondere notizie non corrispondenti a verità» per «dipingere una Senigallia malamente amministrata». Anche l’informazione verso i cittadini sulle scelte amministrative è venuta meno «per mancanza di un partito da questo punto di vista forse non sufficientemente informato dei fatti ma sicuramente carente».

Altra nota dolente è la scorsa elezione amministrativa, in primis la scelta del candidato, Fabrizio Volpini. Non tanto per la persona, quanto per il percorso che ha portato a strappi e non a un dialogo interno allo stesso Partito Democratico senigalliese: percorso che avrebbe dovuto prevedere le primarie di partito o di coalizione. Si è così venuto a creare uno strano contesto – continuano gli esponenti del Pd di Senigallia – in cui «da una parte, le forze di coalizione, interferendo in maniera prematura e sicuramente non consona sul nostro dibattito interno hanno fornito consigli sul da farsi e, dall’altra, un partito bloccato da veti incrociati non ha tracciato sul tema una decisa linea comprensibile alla città»: cosa che «non ci ha favorito nel confronto con le destre. In un momento di scelta tipicamente politica, non ha giovato nemmeno la commistione, male interpretata, tra ruolo amministrativo e ruolo del partito».

Anche la campagna elettorale non è stata esente da alcuni errori strategici. Il primo è quello di aver sottovalutato lo strappo consumatosi con l’ex assessore Gennaro Campanile, ufficialmente proprio per la mancanza delle primarie, che «ha di fatto impedito la promozione, al primo turno del nostro candidato sindaco». Il secondo è non aver guardato né parlato all’elettorato incerto, di centro, moderato, ma di aver solo parlato di sinistra.

Ora il Partito Democratico si ritrova senza il candidato sindaco in consiglio comunale, senza il segretario cittadino e con una fibrillazione interna che non giova al percorso di “riabilitazione”. Per questo si sta pensando a una sorta di segretario “traghettatore” che dovrà essere individuato da un gruppo costituito dalle ultime figure che hanno una precisa base elettorale, come i segretari dei circoli Pd cittadini, il segretario dei Gd, la presidente dell’unione comunale, il capogruppo consiliare del Pd e chi ha coordinato l’estensione del programma elettorale del Pd e della coalizione di centrosinistra.

Questo il primo passo di un difficile percorso che il Partito Democratico di Senigallia si appresta a compiere per cercare di recuperare fiducia prima ancora di un qualsiasi consenso elettorale. Per farlo servirà un confronto serrato e partecipato, auspicano i firmatari Elisabetta Allegrezza, Dario Romano, Paolo Galli, Boris Diotalevi, Marco Pettinari, Michele Castelli, Giovanni Margiotta, Michelangelo Guzzonato. Percorso che parte dai rappresentanti in consiglio e nelle commissioni ma dovrà continuare con le «liste civiche a noi associate nello schieramento di centro sinistra dimostrando un Pd realmente inclusivo, con le rappresentanze delle parti sindacali e delle parti sociali di Senigallia, con le associazioni di volontariato, sportive, culturali e con tutti i “service” cittadini al fine di accogliere idee innovative utili alla costruzione di una società futura più armonica. In questo percorso nessuno deve essere escluso e tutti devono potersi sentire parte utile ed attiva».