SENIGALLIA – Moni Ovadia è attore, scrittore, cantante, drammaturgo e compositore dalla vastissima produzione teatrale, discografica e letteraria. Filo conduttore del suo lavoro è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria per il futuro.
Dopo aver interpretato al Teatro La Fenice Le storie del signor Keuner di Brecht, nel 2006, e dopo l’esibizione al Foro annonario nel 2014 con l’Orchestrina Adriatica nello spettacolo Trasponde in un progetto con Giovanni Seneca per il Festival Adriatico Mediterraneo, Moni Ovadia torna a Senigallia sabato 12 agosto quale protagonista dell’ultima tappa della diciannovesima edizione della rassegna TAU/Teatri Antichi Uniti, promossa da Regione Marche, AMAT, Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, e dai Comuni ospitanti. L’appuntamento è in Piazza Garibaldi con Iliade un racconto mediterraneo, regia e progetto di Sergio Maifredi in una produzione del Teatro Pubblico Ligure. Nel corso della serata, Ovadia proporrà una grande orazione contro ogni guerra partendo dal libro I dell’Iliade, L’ira di Achille. Orazione che segue le letture ed i racconti delle prime due parti del progetto di Sergio Maifredi ed eseguite nei giorni scorsi, sempre in Tau, da Davide Riondino e da Tullio Solenghi.
In scena – spiega Sergio Maifredi – le storie di Troia, assediata per dieci anni, con le sue storie efferate, paradigma eterno delle moderne atrocità: «Troia come Srebrenica. Troia come Aleppo. Le storie di prigionieri troiani sgozzati da Achille sulla tomba di Patroclo di Astianatte, il figlio di Ettore e Andromaca, gettato da Pirro dalle mura di Troia. Di Cassandra stuprata. E del vecchio re Priamo ucciso sotto l’altare dopo aver visto trucidato uno dei suoi figli. I racconti di tutte le guerre, a tremila anni, da Omero alla CNN. Nei versi dell’Iliade sono racchiusi i geni di tutti i miti, di tutti gli eroi: Achille, Agamennone, Aiace ed Ettore ma anche Odisseo, a cui lo stesso Omero dedicherà l’altro grande codice della nostra cultura, l’Odissea. Ma anche Enea che, profugo, in fuga dalla propria città in fiamme, si vedrà affidato da Virgilio la responsabilità di portare sulle proprie spalle Anchise, il padre, la storia, la sua storia che è la storia vista dalla parte sbagliata, dalla parte di chi è stato sconfitto, e per mano il figlio, il futuro, la fondazione, Roma e l’Impero che verrà. Iliade è un racconto della prima guerra del Mediterraneo, la prima guerra mondiale, il mare con le terre conosciute intorno, tremila anni fa. Iliade è l’archetipo, il paradigma delle guerre che verranno. Nei suoi versi ci sono il conflitto, l’ira, l’eroismo, il dolore, il rancore, l’amore, il sangue, le armi, la paura, le madri, le spose, i padri, i figli ma soprattutto vi è la morte. La nera morte umanamente temuta, la bella morte eroicamente cercata. La morte che è fine di tutto e che per questo impone i patti di pace come catarsi finale, del poema e della vita».
Biglietto posto unico 10 euro. Per informazioni: Ufficio IAT 071 7922725, punto informazioni Rotonda a Mare 071 60322, tutti i giorni dalle 18 alle 24. Inizio spettacolo ore 21.30.