SENIGALLIA – L’amministrazione comunale intende recuperare i mancati introiti di imu e tasi che sono stati accertati negli anni. Per le casse senigalliesi si tratta di un’assenza di peso, dato che in appena sette mesi dell’anno scorso sono stati notificati atti per oltre 710 mila euro. Lo conferma l’ufficio canoni e tributi: con una determina del responsabile del servizio, la n° 396/2022 di inizio maggio, ha dato mandato alla ditta che ha l’appalto per la riscossione dei tributi comunali di procedere con il recupero del denaro mancante.
Si tratta di recuperare un credito non riscosso che riguarda l’imposta municipale propria (IMU), che ha sostituito l’imposta comunale sugli immobili (ICI). La tassa si basa su due presupposti: il possesso di immobili e l’erogazione e la fruizione di servizi comunali. È composta da tre distinte entrate: l’imposta municipale propria (IMU), di natura patrimoniale; il tributo per i servizi indivisibili (TASI), destinata al finanziamento dei servizi comunali indivisibili, come l’illuminazione pubblica; la tassa sui rifiuti (TARI), destinata a sostenere interamente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
In particolare dal 9 aprile 2021 al 9 novembre 2021 sono stati emessi e notificati dal Comune di Senigallia avvisi di accertamento Imu/Tasi relativi alle annualità 2016-2020 che risultano ad oggi non ancora riscossi. All’appello mancano 209 titoli per 713.636 euro complessivi: di questi ben 198 titoli per 709.030 euro riguardano l’Imu mentre appena 4.606 euro si riferiscono alla mancata riscossione della tasi.
Riscossione che rientra nel piano di gestione del triennio 2022/2024 approvato dalla giunta municipale: tra i costi che il contribuente deve sostenere c’è anche la maggiorazione degli oneri di riscossione pari al 3%, ovvero al 6% (a seconda che si paghi entro o oltre 60 giorni dalla notifica) con tetto rispettivamente di 300 o 600 euro. Per il Comune, invece, l’affidamento della riscossione alla società Abaco S.p.A. quale Concessionario ex art. 52 del D.Lgs. 446/1997 per la riscossione coattiva della IUC (IMU/TASI/TARI), dei fitti attivi e imposta di soggiorno significa risconoscere anche un corrispettivo pari all’11% delle somme riscosse oltre iva. Un ulteriore danno per l’ente.