SENIGALLIA- Ieri è stata riaperta al culto la Cattedrale. Era stata chiusa in via precauzionale lo scorso 30 gennaio, per l’accentuarsi, a causa del sisma, di alcune lesioni preesistenti. Durante la prima messa del mattino, celebrata da mons. Franco Manenti, centinaia di persone hanno affollato San Pietro Apostolo, riappropriandosi di uno dei simboli della cittadina.
L’esperto
«Il monitoraggio – spiega l’arch. Tonino Sartini, che ha
supervisionato i lavori di restauro – era già attivo ad agosto e
ottobre, a seguito dei precedenti terremoti che hanno
interessato un pò tutti i luoghi di culto della regione. Dopo
il 18 gennaio però si sono rese necessarie analisi più
approfondite su vecchie e nuove lesioni, anche se, ovviamente, parliamo di danni secondari rispetto alle realtà del cratere sismico».
La buona notizia
Il 23 marzo era arrivata la dichiarazione di agibilità, e la Diocesi aveva subito organizzato un programma di celebrazioni per la riapertura. Alcuni stucchi sono stati lasciati a vista, non ridipinti, per poter osservare meglio i punti deboli della struttura, che interessano soprattutto la zona centrale della navata. In futuro si dovrà intervenire nuovamente con lavori di miglioramento sismico sulla cupola e sugli archi di sostegno. Si parla di circa 700 mila euro di danni.
Le chiese chiuse durante la Pasqua
Le chiese delle frazioni del Filetto e di Borgo Bicchia, inagibili. In quella di Scapezzano è stato messo in sicurezza il campanile, mentre restano «sotto protezione» la chiesa di San Michele Arcangelo (Brugnetto di Trecastelli), quelle di San Giacomo Maggiore (Monterado di Trecastelli) e di Santa Croce, a Ostra.