Senigallia

In mostra lo sport praticato da Papa Pio IX

L'antico sport del gioco del pallone col bracciale, praticato anche dal pontefice, sarà il tema di una mostra che verrà inagurata sabato 23 settembre alle 15 presso la chiesa della Croce di Senigallia. L'ingresso è gratuito

Il pallone col bracciale

SENIGALLIA – Sarà inaugurata sabato 23 settembre alle 15, “Noi siamo la storia”, l’esposizione del gioco del pallone col bracciale. Un viaggio alla scoperta delle radici del primo sport nazionale italiano.

 

 

Il gioco
Il gioco del pallone con bracciale consiste nel respingere da una metà all’altra del campo il pallone usando il bracciale che il giocatore porta al polso. Ricavato da un unico pezzo di legno di sorbo scavato all’interno su misura per il braccio del giocatore, il bracciale ha dei fori cilindrici in cui vanno a connettersi delle punte di corniolo lateralmente a contatto tra loro. Pesa circa due chili. Le azioni più spettacolari del gioco sono i rimbalzi sull’alto muro laterale e la battuta, che si effettua facendo scendere il battitore da un trampolino e per colpire con il bracciale la palla.

 

Circa cinquanta fotografie, ma anche due bracciali dell’ottocento, tre palloni e diversi cimeli saranno esposti all’interno della chiesa della Croce. Il percorso sarà guidato da un gruppo di storici del gioco, l’ingresso è gratuito. Gianluca De Sante, presidente dell’associazione “Amici del pallone col bracciale” ci racconta com’è nata l’idea di questa esposizione, ma anche le curiosità dello sport praticato anche da papa Pio IX.

Com’è nata l’associazione “Amici del Pallone col bracciale”?
«Lo dice la parola stessa, da un gruppo di amici, ora siamo circa 15 atleti, che praticano il gioco del pallone col bracciale, perché esiste un campionato, mentre sono più di cinquanta i simpatizzanti della nostra associazione».

Non tutti sanno che anche papa Pio IX era un atleta?
«Esattamente. Al Comune di Mondolfo è custodita una lettera che papa Pio IX scrisse alla sorella, che era andata in sposa ad un rampollo della famiglia Giraldi della Rovere, nella quale le raccontava che il medico gli aveva consigliato di praticare il gioco del pallone col bracciale».

Ed è per questo che a fare da cornice alla mostra, sarà la chiesa della Croce?
«Grazie ad una collaborazione con la Confraternita della Croce è stato possibile tutto questo. L’obiettivo dell’associazione è quello di tenere vivo questo sport, ma anche di diffondere la sua storia, dietro il gioco del pallone col bracciale c’è un mondo che in pochi conoscono».

Come mai questo sport è praticamente scomparso?
«Il calcio con bracciale deriva dalla pallacorda, ad oggi, infatti, la nostra società è affiliata a quella della pallacorda. Dopo la guerra, molti sferisteri erano danneggiati e non potevano essere utilizzati per il gioco, in quanto soggetti a ristrutturazione. Venendo a mancare le zone dove praticarlo, andò via via scomparendo».

Quanti cimeli saranno in mostra?
«Circa cinquanta foto, tre palloni, due bracciali dell’ottocento ed altri cimeli. Ci tengo a dire che a fare parte della nostra associazione, che ha sede a Mondolfo, è Luca Sorcinelli, ultimo artigiano a costruire bracciali e palloni».