SENIGALLIA – Da un commento sui social alla polemica politica. L’argomento è la sanità pubblica e in particolare le modalità di potenziamento dei servizi territoriali. Come l’infermiere di famiglia su cui l’ex consigliere di “Partecipazione” Paolo Battisti si era battuto per anni ma sulla cui attivazione poi non si è fatto granché.
Il commento che ha dato via alla polemica è stato postato dal presidente della commissione regionale Fabrizio Volpini: «Fosse la volta buona che dagli annunci e dalle chiacchiere dei convegni si passi all’azione. Di queste professionalità nel territorio ce n’è un estremo bisogno. Nel lavoro di affiancamento e di supporto del medico di medicina generale nella cura e gestione della cronicità in un ruolo proattivo nell’ambito della medicina d’iniziativa, degli screening, della prevenzione… per non parlare in corso di epidemie».
Durante la sua battaglia per la difesa della sanità pubblica e dei servizi sul territorio, Battisti – ora portavoce l’Altra Senigallia con la Sinistra – aveva presentato anche la mozione sull’infermiere di famiglia che aveva ricevuto il consenso unanime di tutta l’aula consiliare senigalliese. «Progetto già partito da tempo in altre realtà e, visto il notevole risparmio economico e gli eccellenti risultati, da attuare in tempi brevissimi. Da quell’istante sono passati quasi 5 anni e nulla è stato fatto».
Ma il percorso politico, sottolinea Battisti, del medico senigalliese Volpini da allora è cambiato parecchio, passando da assessore alla sanità del comune di Senigallia a consigliere regionale e presidente della commissione sanità marchigiana. «Tutti ottimi risultati. Ma solo per lui, non per i cittadini della spiaggia di velluto. Perché l’ospedale di Senigallia in questo tempo è sempre stato più depauperato dalle sue funzioni con Volpini silente. Perché nel 2015 nelle Marche sono stati chiusi 13 ospedali con Volpini silente. Dell’infermiere di Famiglia neanche l’ombra, mentre il privato consolida le sue posizioni e diventa sempre più indispensabile. Per chi ha ancora i soldi per curarsi naturalmente. Visti tutti questi risultati negativi, cosa succederà con Volpini sindaco di Senigallia? Io non tenterei la sorte…»
Durante questa epidemia legata al coronavirus, la figura dell’infermiere di famiglia avrebbe, secondo Battisti, potuto apportare un aiuto concreto: aiuto rivolto sia ai tanti cittadini costretti a casa in isolamento, con un supporto anche dal punto di vista psicologico data la disponibilità H24, sia per alleggerire il carico degli ospedali e in stretto contatto con il medico o il pediatra di libera scelta oltre che con il 118.
Con il suo commento dunque Volpini – conclude Paolo Battisti – «fa una sacrosanta autocritica a se stesso, e la fa pubblicamente. Perché, visto che è lui che ha un ruolo apicale in politica, e che ha la tessera di un partito che governa Senigallia, la Provincia, la Regione, il Governo centrale, a chi avrebbe rivolto questa critica se non a se stesso?»