Senigallia

Interruzione volontaria di gravidanza, “La Città Futura” di Senigallia a sostegno della Rete Femminista Marche Molto+di194

Interruzione volontaria di gravidanza, «i diritti vanno sempre difesi, consapevoli che sono più a rischio dove governa la destra e questo impegna le forze politiche e sociali a mantenere sempre alta la guardia»

La Rete Femminista Marche "Molto+di194"
La Rete Femminista Marche "Molto+di194"

SENIGALLIA – Sostegno convinto alla lotta portata avanti dalla Rete Femminista Marche Molto+di194 arriva dalla spiaggia di velluto. L’associazione “La Città Futura” di Senigallia, struttura madre della lista “Diritti al Futuro” presente oggi in consiglio comunale, ha firmato senza alcun indugio, assieme ad altre 22 associazioni, movimenti politici e sindacati, tra cui Laiga (Libera Associazione italiana Ginecologi per l’applicazione della Legge 194), la diffida contro la Regione Marche

Al centro della questione c’è la mancata applicazione della Legge 194/1978 e il mancato recepimento delle Linee di indirizzo ministeriali del 12 agosto 2020. Il tema è l’interruzione volontaria di gravidanza anche con metodo farmacologico. La scelta prevede la somministrazione della cosiddetta pillola abortiva Ru486, dispositivo non invasivo sia a livello fisico che psicologico, sia nei consultori che in day hospital e strutture ambulatoriali autorizzate dalla Regione. 

Non c’è in ballo solo la questione legale della diffida, più in generale, la battaglia per un principio sancito dalla legge ma disapplicato dagli enti che dovrebbero attuarla, di fatto non permettendo l’autodeterminazione delle donne nella scelta se continuare o meno la gravidanza. Tra gli ostacoli, anche la presenza in molti centri di tantissimi medici obiettori di coscienza, che porta le donne a rivolgersi fuori regione proprio perché non ovunque viene applicato il diritto all’aborto.

«Anche noi abbiamo firmato la diffida alla Regione Marche, inviata per conoscenza al ministro Speranza». Da La Città Futura, dunque, arriva il sostegno pieno a questa lotta, «consapevoli che i diritti sono più a rischio dove governa la destra e questo impegna le forze politiche e sociali a mantenere sempre alta la guardia». Il futuro dei Consultori è un tema molto caro a Diritti al Futuro: nella tavola rotonda dello scorso ottobre sono state esaminate le diverse proposte di riforma, alcune delle quali «rischiano fortemente di depotenziare questo presidio di cura e di assistenza delle donne e dei loro diritti, dei minori e delle famiglie, delle persone a rischio di marginalità, con modifiche proposte dal solito stile paternalistico, rigido, cultore della normalità e dei sacri valori tradizionali. Insomma di chi è allergico ad una relazione alla pari con il mondo versatile e colorato delle donne e dei gender».