MONTEMARCIANO – Doveva essere un Ritorno all’opera il suo, il nostro. Con questo titolo, carico di speranza e di entusiasmo, il soprano Marta Torbidoni, originaria di Montemarciano, annunciava al pubblico il suo concerto in programma sabato 31 ottobre al Teatro Alfieri. Un ritorno al canto dopo tante date cancellate per via del lockdown, ma anche un atteso ritorno a casa per lei, che dalla piccola cittadina sul mare ha spiccato il volo verso i palcoscenici dei più grandi teatri del mondo, dando la voce alle protagoniste femminili del melodramma. Invece, il nuovo Dpcm cancella date, eventi e sogni. Un’altra croce su una delle poche date di cui si aveva certezza.
C’era attesa per questo concerto?
«Ero felicissima, questo a Montemarciano era il primo concerto della stagione dopo il lockdown. Stavo preparando la scaletta dei brani, per lo più del vasto repertorio Verdiano, insieme al tenore Giuseppe Settanni con cui mi sarei esibita nei duetti accompagnati dal maestro Simone Savina al pianoforte. Doveva essere uno strepitoso viaggio musicale invece…».
Invece?
«Invece è stato rinviato a data da destinarsi dopo il 24 novembre, come tutti gli spettacoli e concerti ed eventi teatrali. Con il nuovo Dpcm è stata messa una croce sulla nostra arte. E pensare che in base ai dati nazionali, su 2800 spettacoli monitorati da Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo), in quattro mesi di attività si è registrato un solo contagio. Sono dispiaciuta e incredula, già a marzo avevo visto la cancellazione a effetto domino di tantissimi spettacoli in tutto il mondo, adesso speravo in una ripresa. invece siamo daccapo».
Il teatro Alfieri è come un ritorno a casa per lei?
«Mi sono esibita tantissime volte in questo bel teatro, ma è come la prima volta e anzi, è più difficile esibirsi “in casa” perché si percepisce di più l’aspettativa di un pubblico che è anche composto dai tuoi familiari, dagli amici e da chi ti ha visto crescere».
Con quale opera ha debuttato?
«Il debutto ufficiale, nel 2013 a Rieti, con Anna Bolena mentre all’estero nel 2012 con Traviata, nel teatro di Sòfia».
Quale ruolo sente più suo?
«Certamente Amalia, ne I Masnadieri di Verdi, lo sento mio come vocalità e l’ho interpretato per 11 volte. Ma anche Eleonora (Trovatore) e Violetta (La Traviata), tre ruoli principali che ho interpretato tante volte e che avrei portato sul palco del teatro Alfieri».
Il suo sogno come cantante?
«Lavorare in tutti i teatri del mondo e avere altre occasioni di essere Mimì: avevo quel ruolo in Bohème nella data di Trieste cancellata a marzo per il Covid e mi è rimasta sospesa. Non è stata rinviata, ma proprio cancellata. Un vero dispiacere».
C’è anche un altro ruolo che non ha mai interpretato e che vorrebbe? «Sì, in effetti vorrei interpretare la protagonista di Simon Boccanegra di Verdi, cantare le sue arie sui palchi dei più importanti teatri e rivederli finalmente pieni di spettatori».
I suoi prossimi impegni teatrali?
«Se non ci saranno altre cancellazioni, Luisa Miller (Verdi) a marzo 2021 e Lucrezia Borgia (Donizetti) a settembre-ottobre 2021 al teatro comunale di Bologna, Ernani (Verdi) nel 2022 ad Anversa in Belgio, per recuperare delle recite che erano state cancellate quest’anno a causa della pandemia. Incrociamo le dita…».
Questa mattina – 30 ottobre – in tutta Italia artisti e operatori teatrali si sono riuniti in piazza per manifestare e chiedere considerazione e sostegno al Governo rispetto alle misure imposte con il dpcm del 24 ottobre. Anche lei era tra i manifestanti, ad Ancona. Come è andata?
«Eravamo circa in 200 in piazza del Papa a manifestare contro le decisioni del Governo. Un nostro rappresentante ha parlando con il Prefetto contro la chiusura dei teatri. Noi ci siamo, esistiamo, siamo una categoria di lavoratori e non degli untori come stanno cercando di farci passare. Siamo amareggiati dal Dpcm e dalle decisioni del Governo. I teatri sono luoghi sicuri e sono i numeri a dimostrarlo».