SENIGALLIA – Italiani si diventa. Il mondo civile scende in piazza a Montecitorio grazie all’iniziativa di un gruppo di insegnanti, il “Cittadinanza day”. Al centro della manifestazione c’è la riforma che introduce lo “ius soli” temperato e lo “ius culturae”. Assieme a insegnanti, alunni, genitori e ad altri cittadini della c.d. società civile, si schiera la Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” di Senigallia.
«Vogliamo testimoniare la nostra adesione a questa manifestazione – spiega la co-presidente della Scuola di Pace “V.Buccelletti” Marzia Bianchini – e soprattutto ai principi ispiratori di una legge che, pur essendo perfettibile, ha l’enorme pregio di allargare i diritti e di favorire l’integrazione.
Sono sempre di più infatti gli stranieri che vivono in Italia, così come i bambini che nascono e crescono in Italia, essendo di fatto italiani, ma non potendo essere considerati tali per la legge italiana fino ai 18 anni».
«Non si tratta di buonismo – continua Bianchini – non si tratta di perdita di identità nazionale; non si tratta di regalare niente a nessuno. Si tratta solo di riconoscere uno stato di fatto, ovvero che le nostre città sono abitate da una parte di cittadini di origine straniera che lavorano, che pagano le tasse, che studiano la cultura italiana nelle scuole italiane, che fanno sport insieme a ragazzi italiani. Sono italiani di fatto! Negarlo serve solo a fare un po’ di propaganda e a chiudersi di fronte ad un inevitabile futuro».
Proprio per testimoniare l’adesione alla manifestazione, anche a Senigallia si terranno iniziative a tema: dal 1 al 3 novembre, infatti, la Scuola di Pace organizzerà un presidio nel centro storico per promuovere la campagna “L’Italia sono anch’io” e per raccogliere le testimonianze di gruppi, associazioni o semplici cittadini, italiani o stranieri, che vorranno sostenere l’approvazione della legge sullo “ius soli”.
«Siamo convinti – concludono dalla Scuola di Pace “V.Buccelletti” di Senigallia, la realtà nata nel 1984 dall’incontro tra i gruppi pacifisti, le associazioni di volontariato del territorio e l’Amministrazione senigalliese – che la cittadinanza sia un diritto che spetta a chi vive in un determinato territorio, a chi contribuisce a svilupparlo, a chi lo rende vivo. La vera anomalia è l’eccessiva importanza data sino ad oggi allo “ius sanguinis”, anziché alla concretezza dell’abitare un luogo quale appunto lo “ius soli”. Il diritto derivante esclusivamente dal sangue nasconde forse uno strisciante sentimento razzista, che non va mai sottovalutato».