Senigallia

La biblioteca Antonelliana a 250 anni dalla nascita e a pochi giorni dal convegno sul cardinale Antonelli

Ogni anno registra 33mila presenze e oltre 7mila sono gli iscritti. Questi alcuni dati della struttura di Senigallia che attira un buon numero di giovani. Ad illustrare le attività, i servizi offerti e la storia il responsabile Italo Pelinga

La biblioteca comunale Antonelliana di Senigallia: emeroteca
La biblioteca comunale Antonelliana di Senigallia: emeroteca

SENIGALLIA – Ogni anno registra ben 33mila presenze tra giovani e meno giovani, studenti universitari e semplici lettori, fruitori dell’informagiovani, della mediateca o ricercatori che devono consultare un testo tra gli oltre 100mila volumi che compongono la collezione senigalliese. Ha oltre 7mila iscritti e i libri presi in prestito sono aumentati fino a 24mila all’anno. Sono i numeri della biblioteca comunale Antonelliana: un vanto per la città di Senigallia come servizio ai cittadini e anche a livello estetico, per l’architettura di uno luogo che non è solo deposito di libri, ma che in pochi conoscono a fondo. E che il 2 dicembre prossimo si appresta a celebrare i 250 anni esatti dalla sua istituzione.

La biblioteca comunale Antonelliana, infatti, viene fatta convenzionalmente nascere nel 1767, in concomitanza con la morte del cardinale Nicolò Maria Antonelli, nato a Pergola ma la cui famiglia era originaria di Senigallia. La carriera ecclesiastica lo portò, sotto il pontificato di Clemente XIII nel 1759, a ottenere il titolo cardinalizio. Morì il 25 settembre 1767 a Roma, mentre i suoi libri e la sua biblioteca vennero passati al nipote, il cardinale senigalliese Leonardo Antonelli, purché alla morte di quest’ultimo venissero donati alla città di Senigallia. Di Leonardo Antonelli la città conserva le spoglie (è sepolto nella seconda navata a sinistra del duomo di Senigallia) e i libri, che raggiunsero la spiaggia di velluto nel 1825.

«Arrivarono a Senigallia solo 60 anni dopo – spiega Italo Pelinga, responsabile dal 2009 della biblioteca Antonelliana – perché nel frattempo intervennero contenziosi legali e altri trasferimenti. La prima collocazione fu nel municipio senigalliese dove era anche conservato l’archivio storico. Poi, intorno al 1850, il corpus di libri donati da Antonelli venne sistemato nel collegio Pio IX dei Gesuiti (piazza Garibaldi) fino alla soppressione degli ordini religiosi. Da lì passò a palazzo Gherardi, sopra i Portici Ercolani, nell’edificio che ospitò fino a pochi anni fa anche il liceo classico G.Perticari. Nel frattempo si arricchì di altre collezioni e donazioni, mentre l’archivio venne spostato a Palazzetto Baviera e dove tornerà adesso che sono conclusi i lavori di restauro».

Italo Pelinga
Italo Pelinga

Insomma una vicenda un po’ tormentata prima della sistemazione definitiva nell’edificio sopra il Foro Annonario dove vengono organizzate numerose attività. Oltre alla sala lettura e all’emeroteca, la biblioteca comunale Antonelliana di Senigallia promuove con le scuole e con i genitori incontri, letture, laboratori per bambini, ragazzi e giovani: è sede di una biblioteca speciale per i bambini fino a 6 anni, dell’informagiovani e della mediateca, dove è possibile ampliare i propri orizzonti culturali attraverso materiali video, fotografici, musicali e tramite l’accesso a tutto il mondo di internet.

«Abbiamo raggiunto – continua Pelinga – ottimi livelli nei servizi e buoni numeri tra accessi e prestiti, e questo nonostante fino a pochi anni fa la tendenza sia stata più quella di custodire gelosamente i libri, anche per evitarne il deterioramento, più che prestarli per far circolare la cultura. Dopo questa inversione di marcia, siamo cresciuti, grazie anche agli investimenti del Comune di Senigallia ma ora l’obiettivo è quello di crescere ancora».
Da un recente sondaggio tramite questionari diffusi tra la popolazione senigalliese (anche a coloro che non fruiscono dei servizi), sono infatti emersi giudizi positivi sulla biblioteca, considerata un punto di riferimento insostituibile sia a livello d’istruzione, sia sociale.

Alcune immagini della struttura

«I dati sono confortanti – spiega il responsabile dell’Antonelliana Italo Pelinga – ed è emerso che c’è un vero attaccamento verso la biblioteca da parte della città, un’istituzione utile anche se poco conosciuta al di fuori del servizio di lettura o di prestito dei libri. Eppure la biblioteca piace e attira a sé migliaia di presenze ogni anno. E dato che i giovani costituiscono la maggior parte degli utenti, proprio per loro abbiamo pensato a servizi come Mettiti in mostra”, la possibilità cioè di esporre poesie, foto, disegni nella galleria della sala lettura per i giovani senigalliesi che spesso non hanno posti dove poter mostrare i propri lavori. Ecco, vorrei che nonostante le esigenze diverse e le varie problematiche incontrate finora negli anni, la biblioteca possa divenire ancora di più un punto di riferimento per la città, vorrei che tutti potessero conoscerla meglio e sfruttarla. Sarebbe un segno della volontà di investire nella propria cultura e formazione».

Allargare la platea degli iscritti, dei fruitori sarà dunque il passo successivo, anche per cercare di rientrare con i costi che ha la struttura: ogni anno sono a bilancio circa 500mila euro di risorse pubbliche che vanno a pagare sia i mutui accesi per i lavori di ristrutturazione, sia gli stipendi dei dipendenti, sia le varie spese per i servizi. Ma gli spazi sono sempre più frequentati e, di conseguenza, a volte ne servirebbero altri per ottimizzare il lavoro del personale con gli incontri organizzati nella sala dei convegni e con le esigenze di chi studia. Esisteva un progetto per l’allargamento nella sede comunale che si affaccia su viale Bonopera, dove oggi sono presenti gli uffici di alcune associazioni ed enti pubblici.

Locandina del convegno sulla biblioteca comunale Antonelliana di Senigallia
Locandina del convegno sulla biblioteca comunale Antonelliana di Senigallia

Un progetto abbandonato da circa una decina di anni, anche se la fattibilità c’era e avrebbe permesso, tramite un corridoio tra locali di proprietà pubblica, di estendere fisicamente la biblioteca e spostarvi parte delle sue attività.

Questo dunque lo stato della biblioteca comunale Antonelliana che si appresta a celebrare la figura dell’erudito Antonelli e i suoi libri, anche rari o addirittura risalenti al 13esimo secolo che necessitano oggi di immediati interventi di restauro conservativo. Copertine e rilegature in pelle o pergamene che hanno bisogno di mecenati, magari attraverso il meccanismo dell’art bonus. A buon intenditor…