Senigallia

La campagna contro il cyberbullismo a teatro

Ieri alla Fenice di Senigallia è stato mandato in onda il docufilm "#Cuoriconnessi", un progetto in collaborazione con la Polizia di Stato

Luca Pagliari sul palco

SENIGALLIA – Si è svolta ieri mattina al teatro La Fenice una tappa di “#Cuoriconnessi” la campagna contro il cyberbullismo in collaborazione con la Polizia di Stato. Ad introdurre sul palco il presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo e l’assessore alla cultura Simonetta Bucari è stato il giornalista, regista, scrittore Luca Pagliari: «Il docufilm racconta anche la vicenda di Flavia, altra adolescente che si è macchiata di tre grandissime colpe: essere brava a scuola, frequentare i boy-scout e soprattutto essere sovrappeso.  Quanto basta per attivare l’istinto bestiale del branco. Per tre anni Flavia ha vissuto  isolata».

Flavia, arrivata da Roma dove vive, era seduta in platea, al suo fianco la mamma. «Flavia è una di quelle ragazze che ha trovato il coraggio di parlare – prosegue Pagliari – Lei ha avuto la fortuna di condividere il suo disagio con la madre, piangere insieme a qualcuno, non è come piangere da soli». Seduti, dietro di lei, c’erano gli alunni che frequentano le scuole secondarie della città: «Il rispetto degli altri è fondamentale, dobbiamo averlo nella quotidianità – ha spiegato Antonio Mastrovincenzo, presidente del consiglio regionale – I social, i cellulari vanno usati con cautela, attenzione e rispetto».

Il Comune di Senigallia ha avviato una campagna contro il bullismo: «Siamo molto orgogliosi di avere qui Luca (Pagliari) ed il suo prezioso docufilm – ha spiegato Simonetta Bucari, assessore alla cultura comune di Senigallia – La nostra città cerca da sempre di essere in prima linea contro il bullismo, nell’ultima campagna “Io bullo da solo”, rientrano appuntamenti informativi e preziosi come questo».

Durante la riproduzione del docufilm, i ragazzi hanno ascoltato in silenzio: «Tra voi e questo – ha detto Pagliari mostrando un cellulare – Non ci sono filtri, va usato con moderazione e soprattutto senza cercare di nuocere nessuno. Le parole, le frasi scritte fanno male e restano. Pensateci».