SENIGALLIA – Venerdì 31 marzo (fuori abbonamento) e sabato 1 aprile, alle 21, torna la stagione di prosa del Teatro la Fenice di Senigallia, con nuovo imperdibile appuntamento. Sulla scia del grande successo di pubblico che sta riscuotendo nei vari teatri italiani, torna a Senigallia – dopo il sold out dello scorso anno con “Decamerone” – Stefano Accorsi, protagonista dello spettacolo “Giocando con Orlando” diretto da Marco Baliani.
Un duo d’eccezione quello formato da Stefano Accorsi e Marco Baliani, di nuovo insieme, quindi, a giocare con i versi dell’Ariosto, dopo lo straordinario successo di “Fuorioso Orlando”. E del gioco lo spettacolo possiede le due caratteristiche principali: la leggerezza e la normatività. La poesia torna a divertire e ad emozionare; ad intrattenere, soprattutto. Chi vince in questo adattamento? Vince da una parte il pubblico, soprattutto quello a digiuno della poesia ariostesca, a cui è chiesto di tornare bambino per apprezzare e applaudire un patrimonio letterario a lui estraneo. Ma vince anche lo stile ironico, la fantasia “rampicante” di Ariosto che, proprio abbandonando la purezza libresca per contaminarsi con rime contemporanee, ritrova la freschezza e il vigore originari. Inoltre, quello di Marco Baliani e Stefano Accorsi è un gioco che non concede deroghe al principio della rima. Con l’eccezione della breve introduzione in prosa, tutto lo spettacolo è scritto e recitato in versi.
Il regista e drammaturgo ha trasformato i 38.746 versi del famoso poema in un’inedita ballata per il palcoscenico da condursi corpo a corpo, pronto ad entrare in scena come spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare rime a Stefano Accorsi, cantore agile e spontaneo che saltella sulle strofe ariostesche con eleganza, passionalità e un sano tocco di ironia. Il centro è il tema dell’amore, corrisposto e non, violento e non, tradito e non, con le due coppie di protagonisti, Orlando e Angelica e Bradamante e Ruggiero. Ma ecco che, grazie a questa ludica gioia teatrale, appare per intero la passione dell’amore, distillata e resa straziante, la forza dell’amicizia, in un attimo di commossa fratellanza, la furia della gelosia in un esercizio distruttivo. “Giocando con Orlando” sorprende lo spettatore, che, dopo esser stato condotto al campo di gioco, alla giostra, si trova all’improvviso di fronte a qualcosa di antico: i sentimenti. Ma avrà appena il tempo per sentirli e provare qualcosa che assomiglia alla nostalgia, per poi essere trascinato di nuovo sulle montagne russe dell’Ippogrifo volante o dell’Orca ruggente.