Senigallia

L’assessore Girolametti tranquillizza la città: «Basta scenari catastrofici sull’Utic»

Dopo la scelta dell'Asur ora si attende una formalizzazione della Regione Marche per salvaguardare i livello prestazionali dell'ospedale di Senigallia, aggirando così il decreto Balduzzi

Carlo Girolametti
Carlo Girolametti

SENIGALLIA – Sopprimere l’Utic di Senigallia, non solo non avrebbe senso rispetto a quanto già fatto nei mesi scorsi: non rispecchierebbe nemmeno una razionalizzazione efficiente del servizio sanitario pubblico ma si configurerebbe come una deliberata penalizzazione del territorio senigalliese.

Ad affermare ciò è l’assessore alla sanità e al welfare del Comune di Senigallia, Carlo Girolametti che torna sull’Unità di terapia intensiva cardiologica della spiaggia di velluto per rassicurare quanti ancora esprimono dubbi e perplessità alla luce dell’ormai noto tavolo tecnico dove si è scelto un percorso che mira a salvaguardare le terapie intensive di tutte e tre le città coinvolte, vale a dire Senigallia, Jesi e Fabriano.

«Nell’ultima Conferenza dei sindaci di Area Vasta 2, presente il direttore generale dell’ASUR Alessandro Marini e dell’AV2 Maurizio Bevilacqua – racconta Girolametti – abbiamo ribadito l’importanza del completamento dell’organico delle nostre unità operative specialistiche e soprattutto la necessità del ripristino della Utic già sostituita (sebbene non di fatto) con l’indirizzo riabilitativo dal Piano di riordino della sanità regionale del 2013».
«Abbiamo affermato che – continua l’assessore alla sanità – il Consiglio comunale, quasi all’unanimità (escluso la Lega Nord) ha deliberato la richiesta alla Regione Marche del riconoscimento anche formale dell’Utic a Senigallia, perché questa cardiologia ha sempre continuato a svolgere tale funzione con maggiori volumi prestazionali, maggiore efficienza e appropriatezza delle altre due Utic formalmente riconosciute».

La stessa Asur Marche ha poi convocato un tavolo tecnico per risolvere la questione delle Utic: in base alle direttive del Ministero della Salute ne verrebbero riconosciute soltanto due nell’area vasta 2 in base al numero degli abitanti. Grazie all’intesa raggiunta, si è scelto di «rimodulare le Utic in modo che la nostra cardiologia possa continuare a svolgere tale funzione con piena legittimità. Lo consideriamo solo un primo passo – esprime soddisfatto Girolametti – sebbene molto importante del pieno riconoscimento della Utic», che dovrà passare anche e soprattutto attraverso una decisione formale della Regione.

Ora però non si deve abbassare la guardia: è lo stesso assessore a consigliare a tutti i soggetti politici e associativi della città di seguire con attenzione gli sviluppi successivi dell’iter, non per inseguire vantaggi particolari o settoriali ma per l’interesse comune che è la salute di tutto il territorio costiero e vallivo. «A tutti gli scettici l’invito a non insistere con il paventare assurdi e catastrofici scenari, correndo il rischio di indebolire davvero la credibilità di un ospedale – conclude Carlo Girolametti – che resta di elevato livello e di riferimento per tutta la area vasta 2».