SENIGALLIA – Sospesa l’attività in un laboratorio tessile tra Senigallia e Montemarciano, dove sono stati trovati tre lavoratori in nero e riscontrate varie criticità a livello di sicurezza dei luoghi di lavoro. Il controllo è avvenuto nei giorni scorsi in un capannone lungo la strada statale Adriatica dove opera un’attività di confezionamento di vestiti e capi d’abbigliamento, ma è stato preceduto da mirati servizi di osservazione ed accertamenti da parte della Polizia di Stato di Senigallia.
All’interno sono stati trovati 15 lavoratori, tutti di origini cinesi, alle prese con macchine da cucire e altri sistemi per la lavorazione dei capi: di questi – su cui sono in corso accertamenti ulteriori sulla loro regolarità con i permessi di soggiorno – tre erano in nero, motivo per cui sono scattate varie sanzioni dato il superamento della soglia massima prevista per legge del 10% di personale impiegato non in regola in rapporto ai lavoratori presenti.
Durante l’attività di controllo eseguita dagli agenti del Commissariato di Senigallia assieme al personale dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Ancona e ai Vigili del fuoco del Comando provinciale dorico, sono emerse altre criticità in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro. In particolare è stata accertata la mancata elaborazione del previsto documento di valutazione dei rischi e del piano di emergenza e di evacuazione, la mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e la nomina del relativo responsabile.
Motivi vari dunque che hanno portato allo stop all’attività nel laboratorio tessile: per la ripartenza è necessaria la regolarizzazione dei lavoratori, il pagamento di una somma aggiuntiva di 2.500 euro e di una maxisanzione da 5.400 euro, oltre al mantenimento in servizio per un periodo non inferiore a 90 giorni dei lavoratori in nero una volta assunti regolarmente. Sul fronte della sicurezza, dovranno essere ripristinate le condizioni regolari per il lavoro oltre al pagamento di un’ennesima sanzione da 8.000 euro.
Riscontrate infine la non conformità delle macchine utilizzate per le lavorazioni e la mancata adozione di misure tecniche ed organizzative nonché manutentive per ridurre i rischi elettrici. Violazioni di natura penale a cui hanno fatto seguito i relativi provvedimenti prescrizionali e altre sanzioni: solo dopo un nuovo accertamento di ottemperanza a tutte le indicazioni prescritte, il laboratorio potrà ripartire.