Senigallia

Lettera minatoria al cda della fondazione Città di Senigallia

Canafoglia: «Non ci preoccupa ma non fa piacere averla ricevuta. Dimissioni non sono dipese da tale atto vile». Solidarietà espressa dal sindaco e dal presidente del consiglio comunale

Corrado Canafoglia
Corrado Canafoglia

SENIGALLIA – Si surriscalda il clima in città. Dopo le minacce di un utente novax rivolte al consigliere regionale Maurizio Mangialardi, anche il Cda dimissionario della fondazione Città di Senigallia finisce al centro di un piccolo caso. Una lettera dal contenuto minatorio è stata ricevuta dai membri del consiglio di amministrazione dell’ente socio sanitario i quali hanno sporto denuncia. E immediatamente arriva la solidarietà dell’amministrazione comunale.

Nella lettera, ovviamente anonima, si parla di «verità che è meglio tenere nascoste», di «persone potenti di Senigallia» coinvolte; soprattutto si ipotizza che, per via delle indagini che lo stesso Canafoglia sta portando avanti su questioni come Banca Marche o l’alluvione di Senigallia del 2014, possa capitare la stessa fine dell’avvocato e commissario Ambrosoli, assassinato nel 1979.

«Pur non cagionando in noi timori le minacce ivi contenute – si legge in una nota stampa a firma dei cinque componenti dimissionari del cda – tuttavia non fa piacere averla ricevuta e leggere accostamenti alla figura tragica dell’Avv. Ambrosoli o riferimenti più o meno espliciti alla nostra integrità fisica. Soprattutto tale lettera genera in noi profonda amarezza trattandosi dell’atto di un vile che si nasconde dietro l’anonimato, sottolineando però che le dimissioni da membri del cda non sono dipese da essa, ma per le ragioni da noi espresse che qualcuno in Città intende strumentalizzare».

Il riferimento è ovviamente alle polemiche sorte dopo la scelta di dimettersi da rappresentanti della fondazione Città di Senigallia. Una scelta criticata da vari esponenti soprattutto del centrosinistra locale, che ha anche spinto un parallelismo tra le due gestioni dell’ente, quella targata Canafoglia e quella precedente guidata da Guzzonato.
«Non esiste alcuna contrapposizione preconcetta contro alcuno – replicano ancora Corrado Canafoglia, Massimo Bernacchia, Roberto Boccolini, Susanna Vecchioni e Michele Castelli – anche verso chi ci ha preceduto nel mandato gestorio dell’Ente, anzi su alcune pratiche trovandoci sostanzialmente in linea con quest’ultimo. Abbiamo richiesto e suggerito la strada dell’unità dell’intera Comunità per risolvere i problemi che affliggono la Fondazione e pertanto non cadremo in alcuna provocazione e/o attacco personale, posto che gli interessi in gioco sono molto alti e riguardano tutti , per cui non possiamo permetterci alcuna distrazione o caduta di stile o di educazione , che possa distogliere l’attenzione dai veri problemi». 

Secondo i componenti dimissionari del cda dell’ente, che sostengono di aver «svolto il nostro compito con onestà intellettuale, liberi da ogni condizionamento di parte» e di aver «ottenuto dei risultati parziali importanti», esistono «criticità serie che indicheremo in una relazione che verrà consegnata quanto prima al sindaco, al presidente del consiglio comunale ed al consiglio comunale della  città, restando a disposizione di critiche e/o valutazioni sul suo contenuto da parte di chiunque sia realmente interessato alle  sorti della fondazione».

Dalla parte del cda dell’ente si sono schierati immediatamente il sindaco Massimo Olivetti e il presidente del consiglio comunale Massimo Bello che, saputo delle minacce, hanno voluto esprimere «la nostra piena solidarietà, e di tutta l’amministrazione, a tutto il consiglio d’amministrazione della fondazione e la nostra profonda stima a ciascuno dei suoi componenti per le vili minacce ricevute in queste ore. Un gesto esecrabile, che condanniamo decisamente, auspicando allo stesso tempo, e da parte di chiunque, un rasserenamento del clima e del dibattito attorno a questa vicenda».

Olivetti, nel ringraziare tutti i membri del CdA per il lavoro sin qui svolto, ha anche reso noto che fino alla nomina dei nuovi vertici di gestione dell’ente, l’attuale CdA rimarrà in carica per l’ordinaria amministrazione. Per far luce però sulla situazione in cui versa l’ente di cui si discute da mesi, fin dall’insediamento di questo cda oggi dimissionario, è stata chiesta al CdA della fondazione «una relazione dettagliata e documentata sullo stato patrimoniale, economico, finanziario, organizzativo e sanitario della Fondazione» necessaria prima di affrontare qualsiasi discussione. «La Fondazione Città di Senigallia – concludono Olivetti e Bello – rappresenta un patrimonio storico di tutta la nostra comunità e questo momento di difficoltà deve essere affrontato con responsabilità istituzionale e maturità politica. E’ nostro preciso impegno acquisire, in tempi brevi, tutte le informazioni, la documentazione e i dati per poter permettere alla giunta e al consiglio riflessioni e valutazioni, puntuali e con cognizione».