Senigallia

Locali insalubri al residence Trocadero: scatta la protesta sotto il municipio di Senigallia

Alcuni cittadini alloggiati al residence convenzionato con il Comune denunciano situazioni al limite della dignità umana: finestre sulle fogne, fango dalle docce. Protesta in piazza, incontro con vicesindaco e assessore

La manifestazione di protesta in piazza Roma a Senigallia per le condizioni sociali di alcune persone in difficoltà
La manifestazione di protesta in piazza Roma a Senigallia per le condizioni sociali di alcune persone in difficoltà

SENIGALLIA – Garage e sottoscala adibiti a stanze per l’accoglienza delle persone e famiglie in difficoltà indigenti; nuclei di tre o quattro persone stipate in 25 metri quadri; finestre di un piano seminterrato che, quando ci sono, si affacciano sulle fogne o sui tubi di scappamento delle auto; bagni con perdite, acqua stagnante e maleodorante; insetti e fango che esce dalla doccia quando piove. Sono varie le situazioni denunciate da alcuni cittadini ospitati nel residence Trocadero di Senigallia, in via Goldoni, con il supporto degli attivisti dello spazio autogestito Arvultùra e delle Brigate Volontarie per l’Emergenza Senigallia.

Questa mattina, 25 giugno, in piazza Roma, proprio sotto il municipio senigalliese si è svolta una manifestazione di protesta per far sì che le istituzioni, su tutte l’amministrazione comunale e l’Asur, potessero rendersi conto di ciò che almeno cinque nuclei familiari stanno segnalando da tempo. Soluzioni abitative per cui i servizi sociali di Senigallia (ora affidati all’unione dei comuni “Le terre della marca senone”) pagano – in base a una convenzione stipulata ormai oltre dieci anni fa – dai 200 ai 500 euro al mese ma che vengono giudicate dagli abitanti non dignitose.

Alcune delle persone che vivono una situazione di difficoltà economica, spesso legata alla perdita del posto di lavoro, hanno voluto metterci la faccia e scendere in piazza per raccontare ciò che secondo loro non è più possibile sopportare. «Siamo qui da 4 anni – spiega Lucia -, la nostra famiglia è composta da tre adulti e viviamo in una stanza di 26 mq. Durante l’inverno si forma tantissima umidità e muffa nel bagno, a volte c’è puzza di fogna e le finestre si inzuppano di acqua, bagnando il pavimento e intorno al letto. Mia figlia ha 32 anni e non sopporta più di stare in questo spazio».

«Abito in un seminterrato con le finestre sulle fognature – continua un’altra residente, Awa -, con i tubi di scarico delle auto. L’acqua del rubinetto odora di fogna e devo lavare ogni giorno le mie cose con la candeggina. D’estate devo tenere la finestra chiusa per non far entrare scarafaggi e insetti. Vivo con le mie figlie di 16 e 17 anni e dormiamo in tre nello stesso letto».

Anche Franco abita lì, in un seminterrato con finestra su fogne e auto. Lamenta la presenza fissa di insetti in bagno e cucina e non può nemmeno aprire la finestra, oltre che per gli odori, anche perché entrerebbero i topi. Stessa situazione anche per Mohamed che dice di essere costretto a lavare i vestiti con la candeggina ogni giorno per poter levare l’odore di fogna che c’è nel bagno. «Sono nel direttivo della consulta dei migranti e ho cercato da anni di denunciare questa situazione, senza però ricevere risposte dalle autorità competenti».

Situazioni che dovevano essere temporanee ma sono divenute stabili, croniche. «È inammissibile – interviene Nicola Mancini dello spazio Arvultùra – che le persone vengano per anni lasciate in loculi insalubri, è inaccettabile che una giunta di centrosinistra consideri questi servizi sociali: serve una politica sugli alloggi che sia rispettosa della dignità umana».

Da qui la richiesta di un incontro urgente con l’amministrazione comunale, di visionare la convenzione tra l’ente pubblico e la proprietà del Trocadero, di effettuare controlli approfonditi e di trovare soprattutto altre soluzioni. Il vicesindaco Maurizio Memè si è preso l’impegno politico, dopo aver ricevuto una delegazione di manifestanti, di verificare quanto sostenuto e ad aggiornare le persone accolte al Trocadero e gli attivisti sulle modalità e sulle tempistiche per trovare altre risposte abitative, a partire dai nuclei familiari con figli minorenni o con disabilità.

Sull’argomento si è dichiarato disponibile anche l’assessore al welfare di Senigallia Carlo Girolametti il quale, assieme al dirigente dei servizi sociali dell’unione dei comuni, Maurizio Mandolini, vedrà gli attivisti dell’Arvultùra e le famiglie alloggiate nella struttura di via Goldoni domani, 26 giugno. «Stiamo parlando di situazioni di emergenza vissute da chi, o per difficoltà economiche o per l’assenza di un lavoro, non avrebbe altro tetto sopra la testa – ha dichiarato Girolametti -, il rischio è di non trovare altra soluzione. Ma prima di tutto servirà un’attenta ricognizione delle condizioni in cui sostengono di vivere: una verifica è quantomeno necessaria e ho già mobilitato gli uffici competenti».
Nel frattempo il proprietario della struttura, sentito telefonicamente, ha fatto sapere di non voler rilasciare commenti sulla vicenda.