SENIGALLIA – Il 25 aprile è una data significativa per tutti gli italiani. Una data che le restrizioni in atto per il coronavirus non possono annullare né far dimenticare. E così, oltre alle celebrazioni ufficiali svolte in piazza Garibaldi alla presenza del sindaco Maurizio Mangialardi, del presidente del consiglio Dario Romano e dal presidente Anpi di Senigallia Leonardo Giacomini, c’è stato un altro omaggio ai caduti per la liberazione: alcuni attivisti, sotto la sigla di Senigallia Antifascista, hanno voluto deporre un mazzo di fiori al monumento a San Silvestro al partigiano Aldo Cameranesi, trucidato il 22 giugno 1944 a seguito di un rastrellamento tedesco.
Sul luogo della fucilazione, avvenuta appunto in località San Silvestro, è stato eretto nel 1964 un cippo in suo ricordo, opera dello scultore partigiano Romolo Augusto Schiavoni. L’iscrizione sul cippo dice: “Ricorda che qui il 22 giugno 1944 cadde sotto il piombo nazista il partigiano Aldo Cameranesi combattendo per la libertà nel ventennale della Resistenza la città di Senigallia” (fonte Irsmlm). Dieci anni dopo venne realizzato un monumento ai martiri della Resistenza.
«All’alba di questa giornata strana, senza cortei, senza commemorazioni pubbliche, senza feste sui prati, abbiamo portato un mazzo di fiori sul monumento ad Aldo Cameranesi e a tutti i caduti e cadute della Resistenza nella frazione di San Silvestro – spiegano gli attivisti di Senigallia Antifascista – Anche quest’anno la Festa della Liberazione per noi non è una ricorrenza ma un giorno di lotta. Non permetteremo in silenzio che in nome della salute pubblica ci venga imposto un nuovo regime di controllo sociale e di sfruttamento. La solidarietà e la giustizia sociale sono il migliore antidoto contro il virus».
«Durante il suo discorso il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi ha voluto, visibilmente commosso, ricordare le vittime di 75 anni fa e le vittime di oggi. Sono soprattutto anziani – ha detto – coloro che allora erano bambini e adolescenti, coloro che videro cadere i propri genitori. Loro sono la memoria storica di quell’epoca, loro che ricordano cosa vuol dire vedere passare i carri armati. E allora non bisogna dare per scontata la libertà, che oggi vediamo concentrata nelle mani di pochi e siamo quasi propensi a credere che sia segno di efficienza. E in questa piazza che oggi è vuota e che immaginiamo piena solo grazie alla diretta, speriamo quindi di ritrovarci e di abbracciarci di nuovo tutti insieme, per ritrovare quei valori di pace, democrazia e di libertà, quella stessa libertà ottenuta grazie al sacrificio di tante persone di 75 anni fa. Buon 25 aprile a tutti».
Ma questa è solo una delle iniziative che la città – alcune sue componenti anche in maniera autonoma – ha voluto organizzare per celebrare il giorno simbolo della liberazione dal nazifascismo e la riconquista della libertà dopo anni di regime e di guerra. Alle ore 17, a cura del Teatro alla Panna, promossa da Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata in collaborazione con il Comune di Senigallia, l’Anpi di Senigallia, la Provincia di Ancona, l’istituto comprensivo “Mario Giacomelli” e La Marina Pro Cesano sarà trasmesso sulle pagine Facebook facebook.com/teatro.pirata/ e facebook.com/circuitomusealesenigallia/ lo spettacolo di burattini intitolato 25 aprile senza mani, per raccontare cosa sono stati la Resistenza e i partigiani. Su invito dell’Anpi nazionale, anche a Senigallia si celebrerà il 25 aprile con l’adesione attiva al flash mob #BellaCiaoInOgniCasa: alle ore 15 (in zona Vallone alle ore 17:30) verrà cantata, ognuno dalla propria abitazione, “Bella Ciao” il canto partigiano per eccellenza, intonato anche alle ore 12 nell’ambito delle celebrazioni ufficiali del Comune di Senigallia. Infine, per tutta la giornata di sabato, dalle 00:00 alle 24:00, sulle pagine facebook.com/assconfluenze e facebook.com/comune.senigallia/ sarà possibile vedere gratuitamente in streaming il film L’uomo che verrà (2009) di Giorgio Diritti, sull’eccidio di Marzabotto.
A tal proposito l’associazione politico culturale Diritti al Futuro ha voluto ricordare il 75° anniversario della Liberazione anche in un contesto così difficile e doloroso come quello che si sta vivendo per colpa della crisi sanitaria ed economica. «Crediamo sia giusto e doveroso ringraziare quelle partigiane e quei partigiani che settantacinque anni fa non si arresero ai soprusi, alle crudeltà e alle ingiustizie del fascismo, un virus che fece oltre 60 milioni di morti in tutto il mondo. Proprio oggi in cui sono forti i timori e le incertezze verso il futuro è importante ricordare chi, a prezzo della propria vita, ci ha permesso di avere un futuro libero e democratico; altrettanto importante è lottare ancora oggi contro chi “sogna” un ritorno a quei tempi bui, contro chi falsifica le verità della storia e contro chi ne vuole cancellare il ricordo».
Il presidente dell’Anpi di Senigallia, Leonardo Giacomini, unico rappresentante delle associazioni partigiane ammesso alle celebrazioni assieme al sindaco Maurizio Mangialardi, ha voluto invece ricordare il 25 aprile tramite alcuni appunti: con una frase di Moni Ovadia in cui si dice che «Nella democrazia costituzionale non c’è posto per chiunque cerchi la sua ispirazione nel fascismo e pro bono della chiarezza sarebbe necessaria una legge che neghi l’accesso politico a spazi pubblici a chiunque non dichiari di riconoscersi nell’antifascismo»; e soprattutto con la lettera di Maurizio Verona, sindaco di Stazzema, nel lucchese, dove avvenne l’eccidio di centinaia di civili (tra cui decine e decine di bambini) e partigiani il 12 agosto 1944. «Sarà un 25 aprile diverso, ma per alcuni aspetti assistiamo alle solite polemiche che, dati anche i tempi, speravo ci venissero risparmiate, come quella di far diventare il 25 aprile il giorno del ricordo delle vittime di questo infame virus che si sta portando via tante persone, tanti anziani che sono sempre stati la nostra memoria storica. Ci sarà modo di ricordare queste persone che sono nel nostro cuore […]. Le limitazioni imposte in queste settimane ci dovrebbero far riflettere ulteriormente sul valore di quello che hanno regalato a tutti noi i nostri nonne e nonni, partigiane e partigiani, combattendo contro il regime e l’occupazione nazifascista. E’ dovere di tutti ricordare le donne e gli uomini che hanno donato la libertà all’Italia, sconfiggendo il fascismo e il nazismo. Dobbiamo apprezzare ciò che abbiamo e riflettere sul valore di questa data che è quella della rinascita […]. Quando usciremo da questa emergenza dovremo essere diversi, più umani e più consapevoli dello straordinario valore della nostra democrazia. Dovremo uscirne ancor più Europei e meno italiani, francesi, olandesi o tedeschi, sebbene la tentazione sia quella di chiudersi e di arroccarsi. Per questo ho preso anche carta e penna per scrivere alla cancelliera tedesca Angela Merkel e chiederle un approccio solidale alla crisi: siamo tutti su una barca, ma non tutte le barche sono uguali, alcuni sono transatlantici che riescono a navigare nella tempesta, altre sono piccole barche che affonderanno. Finché non ragioneremo all’unisono come Europa faremo il gioco di nazionalismi e particolarismi […]. Noi il 25 aprile ci saremo e festeggeremo nei modi in cui ci è consentito, ma con la piena consapevolezza che 75 anni fa, il 25 aprile 1945, si aprì una pagina nuova per il nostro Paese».