SENIGALLIA – Anno impegnativo per il personale del commissariato di pubblica sicurezza di Senigallia alle prese con le attività di prevenzione e repressione e con i controlli di ordine pubblico in relazione all’emergenza covid-19. Una pluralità di servizi che ha visto gli uomini coordinati dal vicequestore aggiunto Agostino Maurizio Licari impegnati, soprattutto d’estate, in collaborazione con il reparto prevenzione crimine di Perugia, la Polizia stradale e le unità cinofile della questura di Ancona, per contrastare i fenomeni dell’abuso alcolico, dei danneggiamenti agli stabilimenti balneari e delle risse sul lungomare che si generavano tra gruppi di, sempre più spesso, minorenni. Una presenza costante quella degli agenti del commissariato senigalliese che ha, da un lato, scoraggiato i protagonisti di questi comportamenti illeciti e, dall’altro, rassicurato la cittadinanza tra cui serpeggiava il malcontento per la deriva assunta.
Per quanto riguarda la pandemia in atto, oltre 7.000 sono state le persone identificate e i veicoli controllati in oltre 150 servizi che hanno coinvolto anche 450 esercizi commerciali: le sanzioni sono state comminate nei confronti di 185 persone, mentre sono state tre le denunce per violazioni della quarantena. Quasi 50 le misure preventive (sorveglianza speciale, fogli di via obbligatori e avvisi orali) che hanno contribuito a ridurre la percezione della criminalità in città, così come particolare attenzione è stata posta nei confronti dei responsabili di odiosi crimini come maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate o atti persecutori (stalking). L’ultimo episodio in tal senso era avvenuto in pieno giorno sul lungomare Mameli e i poliziotti avevano rintracciato il responsabile in provincia di Matera.
Altro fronte caldo è la lotta all’uso ed allo spaccio di stupefacenti. Tra i risultati più importanti ci sono gli arresti di due spacciatori – un giovane senigalliese e un albanese – considerati dagli agenti i punti di riferimento per quanto riguarda le diverse fasce di età di consumatori di droga. Entrambi i soggetti sono attualmente detenuti in carcere.
Tra gli altri ambiti di intervento, il personale del commissariato di Senigallia ha portato a termine, assieme all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ancona, un’indagine sullo sfruttamento di lavoratori extracomunitari, con due stranieri destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Ancona. In quel caso erano state scoperte paghe irrisorie e gravissime situazioni di degrado che hanno fatto luce sulla presenza del fenomeno cd. del “caporalato” anche nelle campagne senigalliesi.
Infine qualche numero sulle attività amministrative della struttura senigalliese: oltre 1.500 pratiche per permessi di soggiorno, circa 400 per licenze di porto d’armi e circa 1.000 in materia di rilascio passaporti, a cui si affianca l’attività di controllo e ritiro di numerose di armi possedute da soggetti pericolosi o comunque non in possesso di requisiti idonei.