SENIGALLIA – Continuano le “scosse di assestamento” – politiche ovviamente – all’interno del Partito Democratico. Dopo il terremoto registrato con le dimissioni da assessore al bilancio presentate giorni fa da Gennaro Campanile, ecco arrivare un altro sonoro addio, quello di Luca Santarelli che ha deciso di presentare oggi, martedì 26 novembre, le «dimissioni irrevocabili» da capogruppo del Pd nel consiglio comunale senigalliese.
Tra le motivazioni – scritte anche all’interno della lettera indirizzata al presidente del Consiglio Dario Romano e al segretario comunale Stefano Morganti – c’è innanzitutto il problema del pluralismo in un contenitore che “democratico” ce l’ha scritto anche nel nome.
«Con grande rammarico si chiude un percorso politico molto intenso – spiega Luca Santarelli, che era anche presidente della sesta commissione consiliare “Risorse finanziarie e patrimonio” – iniziato con la mia candidatura nel Partito Democratico. Una scelta fatta con il cuore per un partito che ritenevo plurale ed inclusivo e che teneva insieme più esperienze e sensibilità. Purtroppo, oggi non è più così: valgono soltanto le idee di alcuni, di coloro che da sempre decidono le sorti della comunità senigalliese. Senigallia non può e non deve avere una sola voce mossa da personalismi e da autoreferenzialità».
Il riferimento è alla candidatura di Fabrizio Volpini per le prossime primarie del centrosinistra ed elezioni comunali senigalliesi. Lo scontento interno al Pd si è materializzato nella riunione dell’Unione comunale – segretario Giulio Donatiello, presidente Elisabetta Allegrezza – di lunedì 18 novembre. In quell’occasione il nome del medico, ex assessore alla sanità senigalliese e ora consigliere regionale Volpini è stato di fatto imposto dai vertici del Partito Democratico ai danni proprio dell’ex assessore al bilancio Campanile, ma anche di Dario Romano (il quale pensava di presentarsi alle primarie). Una mossa politica che rischia però di scontentare molti altri iscritti e tante altre persone alla base di progetto Pd.
«Le regole – continua Santarelli – non possono mutare all’ultimo minuto di gioco per favorire solo alcuni. Il Partito Democratico doveva garantire la partecipazione di tutti, alle primarie, soprattutto a chi ha lavorato per anni con professionalità e dedizione».
L’ormai ex consigliere e capogruppo in consiglio comunale Santarelli – che siederà nei banchi del Gruppo misto assieme al consigliere Mandolini, ex M5S – punta però il dito. «È inaccettabile che un sindaco, sostenuto lealmente da tutto il gruppo consiliare, sia sceso in campo per sostenere un solo candidato. Un sindaco che ha condizionato in maniera irreversibile il percorso delle primarie, avocando a sé oltre il ruolo di sindaco quello di segretario di partito. Pertanto ho deciso di presentare le mie dimissioni irrevocabili da capogruppo del Partito Democratico e di non rinnovare più la mia iscrizione al partito».
E nel futuro? Quali progetti in vista delle prossime elezioni?
«Ci tengo a precisare che non sono uscito dal Pd per presentarmi come candidato sindaco, ma solo perché ho a cuore la città e voglio dare un contributo perché Senigallia sia sempre più una città bella, green, europea, dove i giovani possano essere i protagonisti e dove non ci sia una solo gruppo che decide per tutti. Questo progetto non si sposa più con il percorso del Partito Democratico senigalliese, dove oggi c’è troppa autoreferenzialità».