Senigallia

L’Unione dei Comuni delle valli Misa e Nevola riceve il primo “sì”: il consiglio di Senigallia approva

Servizi sociali, attività produttive, protezione civile e polizia municipale sono i primi settori che confluiranno nel nuovo ente sovracomunale per ottimizzare le risorse economiche e umane

La seduta del consiglio comunale di Senigallia del 30 novembre 2017
La seduta del consiglio comunale di Senigallia del 30 novembre 2017

SENIGALLIA – Il primo segno positivo per l’Unione comunale tra i Comuni di Arcevia, Barbara, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti e Trecastelli è arrivato dal consiglio comunale di giovedì 30 novembre tenutosi nella spiaggia di velluto, dove, con 17 voti favorevoli è stato approvato lo Statuto e l’Atto Costitutivo dell’unione dal nome di “Terre della marca senone”.

L’atto è stato discusso ampiamente (oltre tre ore) in aula: il primo a intervenire è stato il sindaco Maurizio Mangialardi che ha spiegato le importantissime risorse devolute dallo Stato per sostenere i percorsi di unione comunale e le relative agevolazioni sul piano finanziario e organizzativo di cui godranno gli enti che ne faranno parte. Mangialardi ha parlato di «atto di carattere strategico e grande rilevanza. Partiamo con sette comuni, ma Corinaldo e Castelleone aderiranno in seguito solo per una motivazione tecnica. L’Unione ottimizzerà le risorse, permetterà di effettuare politiche di risparmio e soprattutto fornire migliori servizi per il territorio, omogeneizzando le prestazioni in tutta l’area del Misa e Nevola. Da soli non si va più da nessuna parte, forse in passato questa strategia può aver premiato, ma oggi non è più utile. Partiamo dall’esperienza dei servizi sociali grazie all’Ambito territoriale sociale n.8 che può essere “esportata” anche alle attività produttive con un unico ufficio che gestisca le pratiche, il Suap, ma vogliamo andare oltre, con la polizia locale, la protezione civile, le farmacie, gli atti urbanistici, gestiti con più personale rispetto a quello del singolo comune».

«Un progetto con tanti limiti e problemi – ha dichiarato Riccardo Mandolini, Movimento 5 Stelle – primo fra tutti il fatto che se costituirla è semplice, tornare indietro non lo è altrettanto». C’è poi la questione della rappresentatività: nel nuovo ente, di secondo livello, pur con l’aspetto positivo della gratuità della prestazione, cioè senza oneri aggiuntivi per i cittadini, non ci saranno elezioni dirette, quindi i cittadini non potranno scegliere chi sarà il presidente, né la giunta, né il consiglio, scelti tra i sindaci, assessori e consiglieri dei comuni associati. Su tale punto ha posto l’accento Giorgio Sartini, di Senigallia Bene Comune: il consigliere ha segnalato come la spiaggia di velluto con oltre 44mila abitanti avrà solo il 40% di rappresentanza all’interno del nuovo ente mentre il resto della Valmisa, con circa 35mila abitanti, sarà rappresentata con il 60% circa dei componenti dell’Unione. Anche la soglia dei 6mila abitanti per indire un referendum sembra alta, come ha dichiarato Sartini.

Elisabetta Palma (Movimento 5 Stelle) ha segnalato che se è vero che si lavora sull’Unione dei comuni da circa 18 mesi, nessuno finora ha avuto l’accortezza di avvertire i consiglieri. Una manovra decisa nelle segrete stanze dunque, a cui ha fatto eco la collega Stefania Martinangeli: «Ci sono stati dati tempi strettissimi per la valutazione dell’atto, all’inizio fatto alla chetichella, i dirigenti sono al lavoro al progetto addirittura dal 4 dicembre 2015, quindi mi chiedo perché non sia stata resa nota l’idea e la bozza di statuto. La segretezza non paga e non sono favorevole».

«Unione Civica e Forza Italia in linea di principio non sono contrarie alle unione dei comuni, quantomeno per ottimizzare i servizi e le risorse – ha affermato Roberto Paradisi – e vogliamo lavorare per questo obiettivo: abbiamo presentato otto emendamenti per migliorare il quadro normativo dell’unione dei comuni e la rappresentanza al suo interno».

Dopo altri interventi dei consiglieri di maggioranza, è intervenuto il dirigente dei servizi sociali dell’Ambito territoriale sociale n.8 Maurizio Mandolini che ha elaborato lo studio di fattibilità e la bozza di statuto assieme al segretario comunale di Senigallia Stefano Morganti e ai colleghi degli altri comuni. Nel suo intervento ha spiegato che l’attuale sistema amministrativo impoverirà ancora i comuni, specie quelli piccoli, di personale, per cui «l’Unione può ricomporre la frammentazione amministrativa del territorio. Il processo inoltre sarà graduale: oggi si vota la costituzione, poi si voteranno gli atti sulle funzioni dell’Unione dei Comuni “Terre della marca Senone”. Subito saranno svolti due servizi che già sono attuati in ottica di area vasta, come il sociale permettendo di risparmiare costi per il personale e intercettare risorse. La proposta è sul Suap, la Polizia Municipale, la Protezione Civile ma altri settori dovranno entrarci, solo dopo il giusto approfondimento, condivisione e trasparenza. Un vantaggio poi sul personale è che chi andrà in pensione potrà essere sostituito, rispettando al 100% il turn over, cosa che invece ora non è possibile per i comuni singolarmente».

Un progetto che avrà un iter ancora abbastanza lungo ancora prima di poter giungere all’operatività del nuovo ente sovracomunale, prevista per il 1° marzo 2018, così pensato dal Co.Ge.S.Co., il consorzio per la gestione dei servizi comunali. Intanto da Senigallia sono arrivati 17 voti favorevoli (la maggioranza più il consigliere Perini), 3 astenuti (Rebecchini, Paradisi e Canestrari) e 5 contrari (Sartini, Da Ros, Mandolini, Palma e Martinangeli). Ora spetta agli altri comuni della valle del Misa e Nevola fare la propria scelta.