SENIGALLIA – L’unità di terapia intensiva cardiologica (Utic) di Senigallia è davvero salva oppure no? La classica domanda da un milione di dollari, pardon, euro, che vede contrapposti i cittadini all’amministrazione comunale e ai vertici sanitari dell’Asur. Perché contrapposti? Perché ormai parte della cittadinanza non si fida più di quasi tutti i dirigenti politici e sanitari, nonostante le rassicurazioni verbali e, da metà dicembre, anche scritte.
Proprio dal 15 dicembre è infatti in vigore una determina Asur, la numero 752/2017, che annullerebbe la prevista soppressione dell’utic senigalliese. Soppressione prima sottaciuta, poi smentita, infine annullata. L’atto che porta la firma del direttore generale Asur Alessandro Marini, non è ancora disponibile per una qualsiasi verifica di quanto promesso poiché l’atto non è ancora stato pubblicato nell’Albo pretorio Asur. Come non è stato possibile verificare l’atto di sospensione della determina 361/2017 che appunto prevedeva la scelta deleteria per il territorio senigalliese e vallivo.
Ad annunciare tutto questo è stato prima il presidente della commissione regionale sanità Fabrizio Volpini, poi il sindaco Mangialardi, a cui hanno fatto seguito il presidente di “Energie per Senigallia” Massimo Bello, i Giovani Democratici di Senigallia. Ora arriva la risposta “virtuale” del comitato in difesa dell’ospedale.
Volpini aveva infatti annunciato che era stato finalmente possibile rimodulare indirizzi programmatici emersi con la precedente amministrazione regionale. Per la serie: cambia il vento, cambiano le strategie. Mossa salutata da Massimo Bello come una «azione di buon senso» che riportava la sanità senigalliese alla normalità e soprattutto tranquillità alla popolazione.
I Giovani Democratici erano intervenuti poi a sostegno del sindaco “vittima” di attacchi politici di chi «ha incentrato la propria campagna elettorale sul nulla. Nulla, non perché l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica non sia importante ma perché l’Utic di Senigallia resta al suo posto, come ampiamente garantito fin da principio dal Sindaco Maurizio Mangialardi».
Il comitato per la difesa dell’ospedale cittadino ha però ragionato sul gruppo di lavoro regionale cardiologico che ha predisposto il documento istruttorio preparatorio alla determina: per Senigallia vi erano il dr. Mariani (primario cardiologo) e la dott.ssa Benigni (direttore del presidio medico senigalliese). Il primo era inserito nel gruppo di cardiologia riabilitativa, mossa che fa ancora preoccupare i componenti del comitato: «La determina conseguente al lavoro svolto del gruppo che troveremo prossimamente nell’Albo pretorio Asur, vedrà molto probabilmente l’ospedale di Senigallia senza cardiologia utic, come già da tempo segnalato. Avremo quindi, salvo smentite solo confortate da una lettura attenta della determina che uscirà a breve, una cardiologia riabilitativa per i pazienti post-acuti, come già scritto nel documento istruttorio, mentre quelli acuti dovranno andare nelle cardiologie fuori territorio, quali Jesi e Fabriano che, al contrario di Senigallia, avranno invece l’Utic. A chi giova questa scelta sanitaria declassatoria per l’ospedale senigalliese e penalizzante per i cittadini senigalliesi?».