MONTEMARCIANO – Socio fondatore e dirigente finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, Livio Caprari, cuore grande del Marina Calcio si è spento ieri mattina, domenica 7 marzo, all’ospedale di Senigallia dove era ricoverato. Ottantadue anni, una vita trascorsa in campo, sarà salutato con commozione oggi pomeriggio alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Neve di Marina. Poi l’ultimo viaggio al cimitero comunale di Montemarciano per la sepoltura. Lascia nel dolore il nipote, i cugini e la collettività di Montemarciano, oltre alla sua società, il Marina Calcio.
«Ciao Spicchio, ti siamo tutti vicini nel tuo ultimo viaggio – scrive il Marina Calcio sulla sua pagina social – il Marina saluta un’altra pedina importante». Caprari risiedeva alla Casa di riposo di Corinaldo, dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Chiaravalle a seguito di un ricovero per un ictus che lo aveva colpito circa 3 anni fa. Aveva recuperato totalmente ed era lucidissimo. Una tempra d’acciaio quella di “Spicchio” o “Specchietta”, nomignolo che gli fu appioppato fin dal dopoguerra quando uno dei passatempi preferiti era proprio il gioco della “Specchietta” nel quale lui era un vero asso. Mettere una moneta a terra, poi tutti i partecipanti devono battere la propria moneta sul muro, per vedere vincere chi avvicina di più la moneta a terra. Lui aveva sempre le tasche piene di spiccioli e vinceva sempre.
Coinvolto dal Marina Calcio fin dalla sua fondazione, ne è stato pilastro fino all’ultimo. «Socio fondatore, poi dirigente a vita per sempre (fino a 3 anni fa, quando si ammalò) – ricordano i dirigenti – elemento portante in tutte le edizioni della Sagra del Pesce, era un tifoso accanito sulle tribune dello stadio». Celibe, ha trascorso una vita alla Fonderia di Chiaravalle lavorando duramente come operaio. La sua ostinata dedizione all’azienda gli valse il riconoscimento di Cavaliere del Lavoro per le Marche. Il suo tempo libero fuori dal campo da calcio lo trascorreva al bar della Marinella, dove non aveva rivali a carte.
«A lui si deve la casetta in legno attuale sede del Marina Calcio – concludono gli amici della società – È stata prelevata in Val Di Chienti, dove era stata posizionata dopo il terremoto. Quattro persone andarono a smontarla un 31 dicembre tra neve e freddo, Spicchio era tra questi. La casetta fu poi rimontata in estate, due mesi di impegni tra immobile e altri lavori per il campo. L’allora gestore della Marinella venne a “lamentarsi” in quanto dal suo locale erano spariti tutti i giocatori di carte…ma Spicchio era così: tifoso fino all’osso capace di trascinarsi dietro gli amici per lavorare gratis per la squadra. La sua dedizione poi alla Sagra del Pesce non ha avuto eguali, dal 1965 al 2017 ininterrottamente. Sarà difficile caro Spicchio sostituirti».