ANCONA – Maiali uccisi a martellate, scrofe incinte colpite con bastoni in metallo, piccoli maialini lanciati come oggetti. Questi i comportamenti per cui sono finiti a processo ad Ancona il titolare e due operai di un allevamento di maiali situato a Senigallia, nel 2018 al centro di proteste per la denuncia shock da parte dell’associazione Essere Animali. Processo iniziato lunedì scorso al tribunale del capoluogo dorico, con le accuse di uccisione e maltrattamento di animali.
A darne notizia la stessa associazione animalista che aveva realizzato un drammatico video utilizzando una telecamera nascosta da un investigatore sotto copertura e ora riconosciuta come parte civile nel processo. Dopo la denuncia alla procura di Ancona, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale Carabinieri di Ancona aveva effettuato un’ispezione nell’allevamento sequestrando un pungolo elettrico e le attrezzature per la castrazione dei suinetti, che sarebbero stati utilizzati al di fuori delle disposizioni consentite dalla legge, nonché la mazza di ferro con cui venivano colpiti i maiali malati. Una brutale procedura che sarebbe stata adottata invece di ricorrere all’abbattimento di emergenza che prevede lo stordimento efficace degli animali.
Nel rinvio a giudizio si legge che i tre sono imputati, in concorso fra loro: “del reato di uccisione di animale (544 bis c.p.), per la morte di suini non commerciabili, perché non deambulanti, procurata attraverso ripetuti colpi di mazza al cranio, e del reato di maltrattamento di animale (544 ter c.p.), poiché procuravano maltrattamenti agli animali allevati nell’azienda, sottoposti a sevizie, per crudeltà e senza necessità, nella specie consistite nell’utilizzo ingiustificato di bastoni in metallo o altri strumenti con cui venivano violentemente colpite anche scrofe incinta o suinetti di pochi giorni”.
Essere Animali ha promesso di continuare a seguire la vicenda sul piano legale, chiedendo la condanna di chi ha messo in atto determinati comportamenti (IL VIDEO): «Venivano commesse violenze sugli animali di inaudita gravità. Gli autori di questi comportamenti non potevano non avere piena consapevolezza di commettere un atto illegale che provoca dolore e sofferenza prolungata agli animali», ha commentato Simone Montuschi, presidente di Essere Animali.