SENIGALLIA – Sabato 25 marzo il Mamamia accoglie la primavera con gli intramontabili Modena City Ramblers, la band folk-rock più conosciuta d’Italia dal lontano 1991.
A quattro anni di distanza dall’ultimo disco, le “lucertole del folk” tornano con l’album: “Mani come rami, ai piedi radici”, uscito il 10 marzo. Il titolo riprende una strofa della stralunata “Tri bicer ed grapa”, ebbra di umori balcanici e nebbie emiliane. Un richiamo metaforico che ben rappresenta il sentire dei Ramblers nei confronti della vita e del loro percorso artistico: mani e rami che abbracciano, accolgono, cercano, piedi e radici che tengono ben saldi, sostengono e ricordano. La voglia di conoscere e incontrare, intrecciando stili e linguaggi. Cosa del resto frequente nella storia della band, di cui questa formazione risulta la più longeva: Dudu, Robby, Franco, Fry, Massimo, Leo e Luca suonano insieme da sette anni, hanno all’attivo cinque album e hanno calcato più di cinquecento palchi.
Elemento rilevante di queste tredici tracce è la cifra espressiva che, rispetto al doppio cd del 2013 contenente canzoni strettamente legate a episodi di cronaca ed eventi storici, non fa riferimento a espliciti contesti o avvenimenti attuali. Resta invece tutto il mondo espressivo caro alla band, dove la poesia si accompagna alla verve istrionica del dialetto, ma anche dello spagnolo e dell’inglese.
Evocative ballate come “Mani in tasca, rami nel bosco”, “A un passo verso il cielo” e “Grande fiume”, dai testi profondi e ricercati o le dolci ninnananne “Angelo del mattino” – sospesa tra tradizione mediterranea e irlandese – e “Quacet putein”, dove il dialetto si stende su un tappeto sonoro che profuma di bosco e venti del nord. E poi l’energia e la carica di probabili futuri anthem da pogo come le balcaniche “El senor Tex”, “Welcome to Tirana” e “Ragas pin de stras”, o l’allegria e la positività di “Volare controvento”. C’è il ricordo di estati e amori passati nella punk-folk “Gaucho, io e te” e, infine, la ricerca di orme contaminate sia dal punto di vista musicale che testuale in “Sogneremo pecore elettriche?”, che cita fin dal suo titolo l’opera di Philip Dick.
Dopo il live che promette scintille, al Mamamia si continua ovviamente a ballare con il Fresh Party, la serata in stile anni Novanta e Duemila dove scatenarsi con le hit di quel periodo. In sala principale dj Super Mario, Red Ranger, Pac Man, mentre in sala Open Air spazio al rock di Simone Xsky e Andrea Bartoccini. Non mancherà l’afroremember selezionata da Tium, Gianca e Jack.