Senigallia

Senigallia, mamma positiva al Covid portata in ospedale: del bimbo si occupa l’operatrice Caritas ora in quarantena

Il direttore della Caritas locale: «Mi appello alle autorità ministeriali, senza polemica. Inseriscano nel programma di vaccinazione tutti gli operatori sociali, specie quelli in prima linea nelle strutture di accoglienza»

Il centro di ascolto e prima accoglienza della Caritas a Senigallia
Il centro di ascolto e prima accoglienza della Caritas a Senigallia

SENIGALLIA – Arriva dalla Caritas l’appello a che vengano vaccinati presto anche gli operatori sociali. A segnalarlo è lo stesso direttore della realtà senigalliese, Giovanni Bomprezzi, dopo il caso di covid che ha interessato una donna incinta, già mamma di un altro bambino, ospite di una struttura gestita proprio dall’ente diocesano che finora ha anche gestito il covid hotel.

Giovanni Bomprezzi
Giovanni Bomprezzi

L’episodio è avvenuto la sera di lunedì 1 marzo: la giovane mamma – accolta dalla Caritas in un appartamento a Senigallia – si è sentita male. Prima è arrivata la febbre, poi gli altri sintomi ormai “classici” del covid-19, compresa una crisi respiratoria. Viene chiamato il 118 e un’ambulanza se ne fa carico per portarla in ospedale: le fanno subito il tampone rapido e la mamma risulta positiva al coronavirus. Fin qui nulla di strano: ormai i casi di positività a Senigallia hanno superato quota 390, mentre le quarantene sono oltre mille (dato aggiornato al 2 marzo 2021, fonte: Regione Marche).

L’eccezionalità sta nel fatto che mentre la mamma è ricoverata, l’altro figlio piccolo, appena 2 anni e mezzo, rischiava di rimanere solo. «L’operatrice di turno non ci ha pensato due volte a entrare in casa per accudire il bimbo. Purtroppo – aggiunge il direttore Caritas Senigallia Giovanni Bomprezzi – la nostra operatrice, come gli altri operatori sociali, non è vaccinata ed entrando in una casa dove c’era un positivo, ora si trova in quarantena».

Da qui la richiesta di includere gli operatori sociali tra le figure da vaccinare nell’immediato perché, è grazie a loro che molte questioni sociali – acutizzate dal perdurare della pandemia e dalla crisi economica in atto – trovano una prima, parziale, soluzione. «Mi sento di fare un appello alle autorità ministeriali, senza polemica, perché siano inseriti nel programma urgente di vaccinazione tutti gli operatori sociali, specie quelli in prima linea nelle strutture di accoglienza».